CHIETI – “Remo Gaspari è stato un pezzo importante della storia del nostro Abruzzo. Fa parte di diritto di quei personaggi che hanno vissuto quella politica che si coniugava con il consenso ma soprattutto con il buon senso, con la forza degli ideali, dell’umiltà e della semplicità. Giusto ricordarlo, e ritengo che tutte le manifestazioni, le commemorazioni, le intitolazioni di strade o edifici pubblici che in questi giorni sono state promossi in tutta la regione a 100 anni dalla nascita e a dieci dalla sua scomparsa, abbiano un grande significato, soprattutto per le giovani generazioni. Far comprendere e conoscere loro chi ha fatto in modo che l’Abruzzo del dopoguerra rompesse l’isolamento, l’arretratezza in cui tanta gente viveva e crescesse sotto il piano economico sociale e culturale, lo si deve alla lungimiranza, alla tenacia di Gaspari”.
E’ quanto ha affermato il Segretario regionale dell’UDC Abruzzo, Enrico Di Giuseppantonio, che ha partecipato ieri a Chieti alla manifestazione dal titolo “Remo Gaspari e il suo Abruzzo – Per conoscere, per capire, per non dimenticare”, che l’Istituto Spataro di Pescara ha voluto dedicare all’uomo politico italiano, dieci volte deputato e sedici Ministro della Repubblica. “Per me che ho iniziato a fare politica con lui, all’interno della Democrazia Cristiana, é stato ripercorrere con tanta emozione gli insegnamenti di un grande uomo politico. Spero che dalle manifestazioni che si stanno tenendo in questi giorni si contribuisca a riscoprire come l’attività politica svolta da Gaspari possa essere presa ad esempio ed emulazione di comportamento per i nuovi aspiranti alla gestione della cosa pubblica. Ricordare, parlare di Gaspari è doveroso oltre che utile. Ricordarlo perché non si dimentichi la memoria di un politico sempre disponibile al confronto e ad ascoltare le “ragioni degli altri”, dalla raffinata intelligenza posta al servizio del bene comune ed espressione della cultura politica del cattolicesimo democratico. Utile perché offre spunti ancora validi per superare lo scollamento ormai cronico fra partiti e società civile. La lezione più importante che si può trarre da queste giornate e che la politica torni ad essere confronto di idee per migliorare il futuro delle persone della nostra regione e dell’Italia”.
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