La Vice Presidente della Commissione Infanzia e Adolescenza del M5S ha indirizzato un’ interrogazione al Ministro della Giustizia Orlando
L’AQUILA – «Ho indirizzato al Ministro della Giustizia Orlando un’interrogazione parlamentare sul caso di Gabriele e Michele, i due ragazzi che hanno ritrattato le accuse di abusi sessuali nei confronti del padre, condannato in via definitiva a 9 anni e due mesi, dopo 15 anni, confessando di essere stati “indotti” dalla madre a dichiarare il falso. È inaccettabile che il vigente quadro normativo permetta in una fase già di per sé delicata come quella della separazione che i minori diventino strumento per un regolamento di conti tra coniugi». A dichiararlo la Vice Presidente della Commissione Infanzia e Adolescenza di M5S Enza Blundo.
«Sono purtroppo in continua crescita – aggiunge l’esponente M5S – i casi di false accuse lanciate da uno dei genitori verso l’altro volte ad assicurarsi l’affidamento esclusivo del minore e denigrare colui o colei che per anni è stato il proprio partner. L’ultimo quello di una donna di Tivoli che è stata giustamente privata della patria potestà per aver falsamente accusato l’ex marito di abusi sessuali nei confronti del loro figlio. Mi piacerebbe sapere – prosegue Blundo – se il Ministro Orlando intende utilizzare i poteri ispettivi riconosciutigli dalla legge e verificare le motivazioni e le circostanze che hanno impedito, l’ascolto di Gabriele e Michele quando, ancora minorenni, avevano già rivelato la falsità delle accuse lanciate contro il padre agli operatori della casa famiglia che li ospitava».
«Nel nostro ordinamento non esiste un deterrente per arginare questo grave fenomeno e penso che il Ministro Orlando debba adoperarsi quanto prima per apportare le dovute modifiche alla normativa vigente, evitando che storie di questo tipo, tragiche per i danni emotivi che producono e incresciose per i danni economici che lo Stato si trova poi a pagare, si ripetano» – conclude Blundo.