La consigliera del M5S: “un progetto condiviso, anzi no!”
PESCARA – A conclusione del Forum #VersoPescara2027, dalle dichiarazioni del Sindaco emerge un quadro oscuro sul futuro dell’area più importante della città di Pescara, che sembra sia stata già progettata e pianificata nelle chiuse ed impenetrabili stanze del palazzo di governo, piuttosto che appartenere al dibattito della città intera.
“Quando si parla di grandi interessi economici> commenta la consigliera del M5S Erika Alessandrini <abbiamo purtroppo la dimostrazione che la vecchia politica diventa decrepita. Ci si riempie la bocca di tante parole accattivanti, ma all’atto pratico tutto rimane esattamente com’è sempre stato in questa città, in cui si decide escludendo la comunità”.
A seguito di un protocollo tra il Comune e l’Università D’Annunzio, 450 ragazzi provenienti da 6 Università Europee, 43 docenti, 20 gruppi di ricerca hanno elaborato 10 progetti per 10 aree strategiche individuate dall’amministrazione comunale. Uno degli ambiti di studio è stato proprio l’area di risulta della stazione ferroviaria, nel cuore pulsante di Pescara e proprio mentre i pannelli esponevano le brillanti soluzioni su cui cominciare confronti e dibattiti cittadini, neanche a farlo apposta, nel suo discorso introduttivo, il Sindaco Marco Alessandrini ha dichiarato che sull’area di risulta gli uffici comunali hanno già trovato la soluzione: un parco, parcheggi interrati ed a silos, l’interramento di via Bassani-Pavoni ed un non meglio identificato grattacielo nell’area antistante il Bingo.
“Ormai non sappiamo più se ridere o piangere di fronte a tali atteggiamenti” aggiunge la consigliera pentastellata, “perché nel momento stesso in cui il protocollo d’intesa con l’Università ci consegna i propri frutti, viene miseramente smentito. Temiamo, purtroppo per noi, che quella della Summer School resterà solo l’ennesima operazione di facciata, che nulla di concreto riuscirà a portare nel dibattito per il futuro della città, se proprio il Sindaco che l’ha voluta, per primo non se ne fa interprete e portavoce”.
Già un concorso europeo di pochi anni fa proprio sull’area di risulta, costato circa 120 mila euro di soldi pubblici, è finito chiuso in un cassetto nella stanza dei bottoni, oggi le proposte emerse dal lavoro appassionato e vibrante del Dipartimento di Architettura, rischiano di rimanere chiuse nelle sale espositive dell’Aurum.
Una classe politica povera di idee e di contributi professionali all’altezza del ruolo, ha avuto l’umiltà di chiedere una mano a chi lavora quotidianamente sulla progettazione della città e forma le nuove generazioni per riuscire a guardare lontano. Il frutto di un lungo lavoro, fatto di più contributi, figlio di visioni aperte e slegate dalle logiche parziali e locali, dai pregiudizi storici e dagli spot elettorali oggi è stato consegnato alla classe politica per diventare un patrimonio condiviso e partecipato.
“Le scelte urbanistiche di oggi” conclude la consigliera M5S “hanno ripercussioni sul futuro della nostra città, al di là di un mandato elettorale e di un partito di maggioranza. La partecipazione non è un miraggio, né un’utopia, ma il frutto di una classe politica forte ed aperta al dialogo ed al confronto con chi vive la città. Se non si ha il coraggio di confrontarsi, non si può rivestire un ruolo di comando. L’area di risulta non può e non deve essere l’ennesima occasione persa per Pescara, a causa della cecità e del delirio d’onnipotenza di una maggioranza chiusa in sé stessa, che, come nel caso del Ponte del Cielo, comunica alla città quello che “l’uomo al comando” vuole fare con i nostri soldi”.