Cna sul primo semestre del 2016: dopo anni segnali importanti anche dai prodotti locali
PESCARA – Cinquecento milioni in più rispetto ai primi sei mesi del 2015. Una performance che vale il terzo posto tra le regioni italiane per incremento percentuale. E stavolta, in netta controtendenza con gli anni recenti, ad aiutare l’Abruzzo a raggiungere questo risultato ci sono anche le produzioni tipiche del mondo dell’impresa piccola e media della nostra regione. Sono le cifre significative fatte registrare dalle esportazioni abruzzesi tra gennaio e giugno di quest’anno: numeri che valgono una crescita a doppia cifra (+13,6%), tanto più significativa se si pensa alla “crescita zero” nazionale registrata nello stesso arco di tempo. Ad analizzare l’andamento della bilancia dell’export è uno studio realizzato per la Cna Abruzzo da Aldo Ronci, secondo il quale la luna di miele delle merci in uscita dalla nostra regione con i mercati internazionali è frutto dei buoni risultati conseguiti tanto nell’area dell’Unione europea (+11,4% a fronte del 3,1% nazionale) che dei paesi extra-Ue, dove l’Abruzzo consegue un rotondo “+21,6%”, contro addirittura una flessione su base-Italia: -3,9%. Un risultato, quest’ultimo, che contribuisce solo in parte a ridurre la differenza negativa con la media nazionale, di oltre venti punti più alta (43%).
«Nel primo semestre dell’anno passato – illustra Ronci, che questa mattina ha tenuto a Pescara una conferenza stampa con il presidente e il direttore della Cna Abruzzo, Italo Lupo e Graziano Di Costanzo – l’export abruzzese ammontava a 3.673 milioni di euro, mentre nel primo semestre di quest’anno è stato di 4.173. Tra i settori, si confermano gli eccellenti risultati dei mezzi di trasporto, che ottengono un incremento di 278 milioni di euro (+16%), e degli apparecchi elettronici, caratterizzato da un aumento di 53 milioni (+73,2%) in gran parte ascrivibile al Polo ICT dell’Aquila. Ma le maggiori sorprese positive sono appannaggio delle altre produzioni che, a differenza di quanto accaduto negli ultimi anni e nel recente passato, finalmente riescono a crescere di ben 169 milioni, di euro, pari al 9,1%».
Numeri importanti, dunque. Soprattutto perché l’area dei prodotti diversi dai mezzi di trasporto e dagli apparecchi elettronici è composta per la gran parte da materiali realizzati dalle imprese abruzzesi. Area di prodotti, in cui si segnalano – sempre tra gennaio e giugno – i buoni andamenti dei prodotti in metallo (+65), degli articoli farmaceutici (+21), degli articoli in pelle (+15), dei prodotti chimici (+9), degli apparecchi elettrici (+7) e degli articoli in gomma (+5). Settori, questi, che nel primo semestre 2015 avevano segnato quasi tutti una flessione.
Quanto all’agroalimentare, tradizionale biglietti da visita del made in Abruzzo, la bilancia delle esportazioni segna un incremento di 18 milioni di euro (da 262 milioni del primo semestre 2015 a 280 di quello 2016): buon risultato che vale una crescita percentuale del 6,9%, superiore alla media nazionale ferma al “+2,9%”.
Bene le esportazioni abruzzesi, ma resta il nodo delle micro imprese, per le quali senza adeguati sostegni all’innovazione è impensabile immaginare un percorso di sviluppo sui mercati internazionali. Lo ha detto il presidente della Cna Abruzzo, Italo Lupo, commentando i dati relativi all’andamento delle esportazioni abruzzesi nel primo semestre dell’anno: «Ci sono dati nella ricerca di Ronci che mettono in evidenza la particolare debolezza di alcuni comparti produttivi, come la moda o l’arredamento, che costituiscono l’ossatura del nostro sistema produttivo regionale. Per aziende impegnate in questi settori, che stentano ad affrontare i mercati esteri, vanno approntate misure in grado di potenziarne soprattutto l’innovazione tecnologica, senza la quale è impensabile avvicinarsi ai mercati internazionali. Come? Magari prevedendo delle corsie preferenziali nei diversi bandi regionali».
«Vanno in generale potenziate le politiche di sostegno alle micro imprese – gli ha fatto eco il direttore regionale della confederazione artigiana, Graziano Di Costanzo – attraverso strumenti quali i poli di innovazione e le reti di impresa. Ma più specificatamente, le imprese di minori dimensioni ci chiedono di investire direttamente qui, in Abruzzo, i potenziali partner commerciali europei ed internazionali, attraverso momenti di promozione del nostro territorio e dei suoi prodotti. Politica cui potrebbe tornare molto utile il potenziamento delle rotte commerciali dell’aeroporto di Pescara».