E’ stata presentata dal consigliere regionale Taglieri: “La Regione dia risposte chiare e metta la parola fine, una volta per tutte,a questo folle progetto”
ABRUZZO – “L’Intero giacimento di idrocarburi “Colle Santo” produrrebbe la quantità equivalente a circa due settimane di consumo nazionale. Tra l’altro di gas di pessima qualità, tanto da richiedere un impianto di desolforazione con elevate emissioni in atmosfera di solfuro di idrogeno (H2S): gas corrosivo per gli impianti, oltre che pericoloso per l’uomo e per l’ambiente. I numeri parlano chiaro, l’estrazione sarebbe di solo 2 miliardi di metri cubi in 10 anni a fronte di un fabbisogno nazionale di 200 milioni di metri cubi al giorno. La zona interessata dal progetto, inoltre, è caratterizzata da una naturale instabilità geologica e dalla presenza di numerose frane, anche attive, sia nella zona di estrazione che lungo il percorso del gasdotto. Quindi il rischio di incidenti rilevanti, di cui esistono già importanti precedenti in Italia in condizioni simili, è molto elevato. E non è da dimenticare che l’invaso del lago di Bomba contiene a regime circa 80 milioni di metri cubi di acqua, ed è anch’esso sede di frane attive e di fenomeni spontanei di bradisismo, che possono essere solo aggravati dal processo di estrazione/reiniezione in un giacimento che si estende in profondità sotto l’invaso. Desta preoccupazione, quindi, anche il cedimento della diga come già espresso dalla sentenza del Consiglio di Stato del 2015”.
Sono questi i tre punti salienti di criticità sul progetto di estrazione Colle Santo rilevati dal Consigliere regionale del M5S Francesco Taglieri, che ha presentato un’interpellanza, sottoscritta anche dal Capogruppo Sara Marcozzi e dal Consigliere Pietro Smargiassi, per chiedere all’Assessore Campitelli e al Presidente Marco Marsilio, quali sono le azioni che Regione Abruzzo sta prendendo a tutela del territorio, dell’ambiente e dell’incolumità degli abitanti della zona e dell’intera Val di Sangro.
“Il progetto per l’estrazione di idrocarburi localizzato in provincia di Chieti – spiega ancora Taglieri – interessa i comuni di Bomba, Archi, Roccascalegna, Torricella Peligna, Pennadomo, Villa Santa Maria, Atessa, Colledimezzo, Altino, Perano, Paglieta, e prevede la messa in produzione del giacimento di gas naturale su un’estensione di circa 3 ettari. Un progetto che ha già avuto ben tre no dal Comitato V.I.A. (Valutazione impatto ambientale) della Regione Abruzzo, ma che oggi torna prepotentemente sui tavoli istituzionali a causa della richiesta delle modifiche progettuali, rispetto al procedimento Via del 2016, presentate dalla Società CMI Energia Srl al Ministero dell’Ambiente.
“Quella del no all’estrazione del giacimento di Bomba – afferma Taglieri – è una battaglia che combatteremo al fianco dei cittadini come abbiamo sempre fatto da quando esiste il M5S. Il nostro sarà un “no” chiaro e forte anche con la forza della sentenza del Consiglio di Stato (numero 2945 del 18 Maggio 2015) che ha definitivamente concluso una sequenza di ricorsi ed impugnative tra la società e gli uffici della Regione Abruzzo, bocciando il progetto ed accogliendo le tesi sostenute anche dai ricorrenti del Comitato di cittadini, dalle associazioni ambientaliste e dalla Professoressa Maria Rita D’Orsogna della California State University. Già il tentativo del 2016, che portò la Società CMI Energia SpA a presentare una nuova istanza sullo stesso progetto, ha avuto una nuova bocciatura del Comitato V.I.A. della Regione Abruzzo – conclude Taglieri –. Ci auguriamo che l’attuale Giunta si impegni al massimo per mettere la parola fine, una volta per tutte, ai tentativi di deturpare un bellissimo territorio e mettere a rischio la vita di migliaia di persone per un progetto che non porterà nulla di buono al territorio, soprattutto in un momento storico in cui la tutela dell’ambiente è diventata una necessità imprescindibile per garantire, in alcuni casi, la sopravvivenza del mondo così come oggi lo conosciamo”.