PESCARA – Se il primo aprile prossimo un evento catastrofico o una calamità naturale come un terremoto, un’alluvione, un’inondazione, un’esondazione o una frana coinvolgessero imprese italiane (e quindi anche le circa 100mila abruzzesi dei vari comparti interessati, da cui è esclusa la sola agricoltura) che non sono state in grado di stipulare entro i termini stabiliti dal Governo la polizza contro i relativi rischi, non si sa cosa potrebbe accadere.
Di certo, rischierebbero di essere escluse da possibili contributi pubblici: perché se è vero che la legge non prevede sanzioni contro le imprese che non avranno adottato una specifica polizza, la mancata stipula impedirà loro di ottenere l’assegnazione di qualsiasi forma di contributo, incentivo, sovvenzione o agevolazione dallo Stato. Il che, detto in altre parole, vuol dire costringerle alla sottoscrizione, anche se gli indennizzi per molti eventi restano esclusi o poco, come ad esempio grandinate, bufere, trombe d’aria, mareggiate, incendi incontrollati.
Questa situazione è stata discussa in una conferenza stampa a Pescara dalla CNA Artigiani Imprenditori d’Italia. I rappresentanti hanno commentato che la legge è ambigua e manca di chiarezza, specialmente riguardo le condizioni delle assicurazioni. Questo porta a insistere per una valutazione più attenta e per un rinvio della scadenza.
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