Pescara

“Evoluzione del sistema bancario ed elementi di educazione finanziaria”

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Se ne è discusso a Montesilvano al seminario regionale della Uil Abruzzo. Telatin: “Cittadini e imprese cambino mentalità, ma non abbiano paura dei cambiamenti”

MONTESILVANO (PE) – Conoscere per riacquistare fiducia in un sistema, quello del credito, che rappresenta le gambe su cui cammina tutta l’economia. Educare per fare scelte consapevoli in un mondo che cambia radicalmente ma che non elimina un fattore connesso all’uso dei soldi: il rischio. Il ruolo di tutti, cittadini e imprese, nell’allocare risparmi e liquidità in soggetti in grado di farne un uso a servizio dell’intero sistema economico. Sono alcuni degli spunti emersi questa mattina a Montesilvano, nel corso del partecipato seminario regionale “Evoluzione del sistema bancario ed elementi di educazione finanziaria”, promosso da Uil Abruzzo in collaborazione con Uilca, la federazione dei lavoratori del credito, esattorie e assicurazioni. All’Hotel Serena Majestic di Montesilvano è intervenuto Roberto Telatin, della Uilca nazionale, responsabile del Centro Studi Uilca “Orietta Guerra”. A fare gli onori di casa, Roberto Campo, segretario regionale della Uil, insieme a Maurizio D’Antonio, segretario regionale Uilca.

“Si parla molto ma si sa poco dei reali cambiamenti in atto, e il ruolo del sindacato per favorire la diffusione di dati reali è sempre più indispensabile” ha detto Roberto Campo in apertura.

E dati reali sono stati diffusi da Roberto Telatin: “Dal 2005 al 2015 si sono perse 149 banche, 36.042 dipendenti e 781 filiali, e oggi l’intero sistema ha 360 miliardi di sofferenze. Tutto questo in un contesto in cui gli istituti di credito hanno perso sovranità, visto che oggi Francoforte e Bruxelles impongono requisiti di patrimonializzazione rigidi, che implicano conseguenze sui prestiti, i bilanci e le disponibilità delle stesse banche. La crisi del sistema creditizio è andata di pari passo con la dura crisi economica, visto che il 70 per cento delle sofferenze arriva dalle imprese. Il fatto che oggi l’Italia cresca più lentamente dei suoi concorrenti – ha aggiunto Telatin – evidenzia il fattore decisivo sul quale puntare per rilanciare l’economia e, insieme, il credito: l’educazione, finanziaria e di impresa. Come dimostrano alcuni dati, infatti, i Paesi che crescono di più sono quelli che, negli ultimi anni, hanno puntato proprio sull’educazione finanziaria”.

Ma perché è un fattore decisivo? “Perché – ha spiegato il relatore – la conoscenza è alla base della fiducia. E senza fiducia, non c’è credito, e non si rimette in moto l’economia intera, visto che non esistono banche sane in un’economia malata, e viceversa. Dove nasce la fiducia? Dal porsi le domande giuste e dalla comprensione dei cambiamenti in atto. A partire da quello più evidente: il modello “bancocentrico”, dove tutto gira attorno alla banca e ai suoi sportelli, è destinato a ridimensionarsi fortemente, sia perché sono sempre di più le realtà in grado di concedere credito, dalle Poste a società di intermediazione fino a Amazon e Google, sia perché ci sono sistemi di accesso al credito innovativi, come il crowfunding. Tutto questo sarà un bene, perché aumenterà la qualità dell’offerta di credito. Le imprese, da parte loro, dovranno essere sempre più trasparenti, affinché la liquidità possa premiare chi crea valore reale”.

Per Telatin si tratta di “una scelta politica: si vuole rendere formalmente pubbliche le banche o si vuole puntare sul mercato? La fiducia deve nascere dal basso, insieme al controllo: il territorio e la stampa in questo hanno un ruolo prioritario”.

Ma i cambiamenti non finiscono qui: “Non va sottovalutato – ha aggiunto – il ruolo della tecnologia, che sta velocizzando l’intero sistema, cambiando vecchi ruoli destinati a scomparire, come il semplice cassiere, o introducendo app e strumenti sofisticati in grado di rispondere ad esigenze precise e circostanziate. Non a caso, le figure più richieste nel settore bancario sono gli analizzatore dati, gestore contenuti multimediali, facilitatore nei social network, analisti dei comportamenti, matematici. In questo contesto, il ruolo individuale cresce sempre di più, e il sindacato deve riscoprirsi protagonista nell’educazione del singolo alla conoscenza reale. Conoscenza finalizzata non tanto ad arricchirsi, ma a fare scelte consapevoli. Soprattutto – ha concluso Telatin – il sindacato può e deve aiutare a riscoprire il valore aggiunto di essere un essere umano. Che finalmente conosce e sceglie con consapevolezza come usare il suo denaro. È una questione etica, prima che politica: non è necessario aspettare le regole per agire bene. Ne va del nostro futuro”.

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