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Fase 2 Covid, attenzione verso la marineria di Pescara da Fai Cisl

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La Fai Cisl Abruzzo-Molise chiede l’erogazione della Cassa Integrazione  dei mesi di sospensione e il pagamento di indennità arretrate

PESCARA – La marineria di Pescara, tra le più attrezzate d’Italia, fermata completamente due mesi fa  per contribuire al contenimento del contagio, e conseguentemente, per mantenere in sicurezza tutti i lavoratori, ancora prima che il primo DPCM sospendesse tutte le attività. Uscire in mare avrebbe significato esporre i lavoratori a rischio contagio, anche in considerazione del fatto che nei giorni dell’esplosione della pandemia non erano reperibili sul mercato mascherine e altri dispositivi di sicurezza. Contestualmente l’uscita in mare avrebbe determinato per le imprese di pesca costi certi, incassi irrisori e non remunerativi e, ancora peggio, il prelevare risorse alieutiche che sarebbero rimaste invendute. Il mercato non era, infatti, più  ricettivo a causa della chiusura del circuito Horeca, cioè di alberghi e ristoranti, con il conseguente azzeramento dei prezzi all’ingrosso.

Proprio per il senso di responsabilità dimostrato dai lavoratori e per il danno riportato, Fai Cisl Abruzzo Molise chiede più attenzione verso l’intera categoria. In termini pratici, Fai Cisl  chiedoìe alla Regione e all’Inps di competenza l’immediata erogazione della Cassa Integrazione in Deroga dei due mesi di sospensione e al Ministero dell’Agricoltura l’immediato pagamento delle indennità in favore delle imprese, per i periodi di fermo biologico degli anni 2018, 2019 e residui 2017, come pure le indennità per i lavoratori per l’anno 2019.

Il sindacato ha colto l’occasione per denuncia troppi ritardi, burocrazia, scarsa attenzione verso il mondo della pesca perché non é possibile attendere anni per ricevere ristoro a compensazione di mancata attività imposta da regolamenti e norme comunitarie e nazionali.

La federazione ha proposto inoltre di azzerare il fermo pesca obbligatorio di agosto prossimo, anche in considerazione del fatto che ad oggi la marineria di Pescara non ha svolto neanche un mese di effettiva attività in mare su oltre 140 giorni di calendario. La riduzione dello sforzo di pesca, così come dettato dai regolamenti europei e dai piani di gestione, può dirsi abbondantemente raggiunto.

Anche il segretario nazionale Silvano Giangiacomi, che nella Fai Cisl segue il comparto pesca aha chiesto attenzione da parte del Ministero per permettere, ancorché in maniera graduale, una ripresa della attività in mare senza soluzione di continuità per tutto il 2020 e consentire la ripresa di fornitura del pescato fresco italiano nei periodi a maggiore attrattività, cioè quello estivo.

Pubblicato da
Marina Denegri

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