In mancanza di indicazioni chiare dal Governo, vuole confrontarsi con assessori delle altre Regioni e Comuni e operatori del settore
PESCARA – Mauro Febbo, assessore alle attività produttive e al turismo, é deluso. Dalla conferenza stampa del Presidente del Consiglio e successivo DPCM, si aspettava molte più indicazioni, spiegazioni, certezze e regole ben dettagliate sulla sicurezza e di come riavviare le attività economiche, mentre invece si é assistito all’ennesimo Decreto, a suo parere, “irragionevole, scevro di coraggio e con zero programmazione, che adesso mette seriamente a rischio la sopravvivenza di centinaia di migliaia di esercizi produttivi e di milioni di posti di lavoro”.
Febbo ha sottolineato, nel corso di un’intervista, come ci siano ancora troppe le attività che dovranno attendere il 1° giugno per la riapertura come acconciatori, centri estetici, bar, ristoranti, oltre agli interi comparti del turismo, spettacolo, cultura: significa che per questi tre mesi avranno incassi zero e, probabilmente, per altri mesi ancora. Un colpo durissimo, dal quale sarà difficile riprendersi per molti. Prolungando nei fatti il lockdown fino a giugno, significa mettere a grave rischio la vita economica di centinaia di migliaia di attività commerciali e quindi di altrettante famiglie.
L’assessore Febbo ha aggiunto che, in prossimità dell’inizio della fase di convivenza con il virus, tutte le amministrazioni locali, dalla Regione ai Comuni alle Organizzazioni di categoria, stavano lavorando con il Governo per mettere a punto protocolli in grado di mettere in sicurezza i cittadini e quindi consentire riaperture più ravvicinate, come era stato assicurato si aspettava. Ha fatto presente che gli operatori, nella consapevolezza del doveroso rispetto delle norme sul distanziamento e sulle misure DPI, si sono premuniti di tutte le attrezzature e dispositivi, facendo ulteriore indebitamentoe poi tutto questo è stato di nuovo irragionevolmente posticipato.
Dalla conferenza del Premier Febbo si sarebbe aspettato indicazioni chiare e regole certe: sulla sicurezza e sul rispetto delle distanze, capienza massima dei locali, utilizzo dei dispositivi di protezione e altro. E anche su questo punto non è pervenuto nulla, creando caos in questi settori strategici e fondamentali che producono il 13/15% del PIL nazionale. Inoltre, si aspettavano risposte sul comparto del Turismo e nello specifico per i balneatori che ad oggi non conoscono come e se riaprire le proprie attività.
L’assessore ha detto di essere stato sommerso di proteste da parte dei colleghi assessori delle altre Regioni, dai rappresentanti delle categorie, da amministratori locali e da tantissimi operatori che mi chiedono di promuovere azioni formali di protesta ma soprattutto di predisporre ordinanze che permettano una “minima”, ma vitale e strategica ripresa delle attività economiche. Per questo motivo, ha convocato per giovedì la Commissione Turismo nazionale per un conftonto su modalità e tempistiche di azioni sinergiche, qualora il Governo non recepisca le istanze degli operatori. Utima precisazione: l’Abruzzo non starà con le mani in mano e metterà in campo tutte quelle azioni necessarie per la salvaguardia della propria economia nel rispetto delle norme sanitarie.