“Si tratta di un prodotto poco conosciuto ma molto importante per la nostra regione in cui sono presenti oltre 7mila cavatori per una produzione di oltre 200 quintali di tartufo annui – dice Coldiretti Abruzzo – un tubero che, adatto alla preparazione di diverse ricette, risente molto dell’andamento climatico e della siccità in particolare, essendo composto principalmente di acqua”.
Coldiretti Abruzzo ricorda anche l’importanza della candidatura della “cava e cerca del tartufo” a patrimonio Unesco dell’umanità, passo importante per difendere un sistema segnato da uno speciale rapporto con la natura in un rito ricco di aspetti antropologici e culturali che sviluppa nei territori vocati un business stimato in oltre mezzo miliardo di euro.
“Il parere positivo del comitato di esperti mondiali Unesco alla candidatura della “Cava e cerca del tartufo” avviene in un anno particolare per le condizioni climatiche hanno fatto schizzare il prezzo medio del tartufo bianco a circa 450 euro all’etto – dice Coldiretti – a far alzare le quotazioni, è stato il lungo periodo di siccità che ha frenato le nascite del pregiato tubero ma si spera ora negli effetti positivi delle precipitazioni autunnali nelle regioni vocate per la raccolta, tra cui anche l’Abruzzo, che attendono la decisione finale prevista dal 13 al 18 dicembre.
Nella foto Gianni Fasciani a sinistra, Svetlana Kashina al centro e Giuseppina Caniloro a destra
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