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“Favole urbane” a Giulianova con sculture in plastica: dove trovarle

da Redazione

chiocciole a Giulianova

Chiocciole, elefanti e lupi resteranno per sei mesi e saranno itineranti. Il Sindaco Jwan Costantini: “Quando l’arte diventa messaggio di sostenibilità ed incontra le persone e i luoghi, va assolutamente favorita”

GIULIANOVA – Il 2023, a Giulianova, sarà l’anno delle “Favole urbane”. A raccontarle, per sei mesi, le installazioni colorate di Cracking Art, il collettivo che opera, dal 1993, su scala mondiale e con un messaggio che coniuga arte moderna e ambientalismo, originalità e spirito green.

36 sculture in plastica raffiguranti chiocciole, elefanti e lupi, sono state posizionate in piazza Fosse Ardeatine, piazza Dalmazia e sul Belvedere. Vi resteranno fino a dicembre, ma secondo una strategia itinerante, una modalità temporanea, che permetterà di collocare le installazioni in altri luoghi di Giulianova, in altre piazze, giardini o quartieri. Non a caso, una delle chiocciole, da piazza Dalmazia, ha già trovato nuova casa sulla terrazza di Palazzo Bindi. Turiste stravaganti, dunque, le creature di questo piccolo “zoo” artistico, arrivato a testimoniare di cinque valori fondamentali: arte, sostenibilità (tutte le opere sono realizzate in plastica rigenerata e rigenerabile), invasione (per suscitare lo stupore negli occhi di abitanti e passanti), interazione (nella ricerca del coinvolgimento emotivo ed empatico di chi assiste come parte attiva all’installazione), solidarietà (le installazioni Cracking Art supportano raccolte fondi destinati a progetti culturali e sociali del territorio ospitante).

Il 15 giugno mattina, in piazza Dalmazia, la presentazione del progetto, alla presenza di Kicco, uno dei cinque artisti del collettivo, del Sindaco Jwan Costantini, degli assessori Marco Di Carlo e Paolo Giorgini.

Se Di Carlo ha sottolineato l’importanza e l’utilità delle “Favole urbane”, capaci di promuovere Giulianova arricchendo il panorama di spunti “emblematici”, facilmente veicolabili sul web, il Sindaco Costantini ha ribadito con convinzione la bellezza del museo aperto, di un’ arte che, abbattuti i muri delle sale tradizionali, si fa “popolare” e motivante.

“Cracking Art – spiega Kicco – dimostra che non esistono materiali “buoni” o “cattivi”. Anche la plastica, lungi dall’essere inerte, può essere lavorata e riutilizzata. Come creta artificiale, si presta ad essere plasmata e ri-plasmata, spalancando allo sguardo un mondo stipato di figure, di suggestioni, di storie. Ai territori proponiamo un’ arte altamente fruibile, un’arte che inviti alla riflessione, ma in maniera divertente, e che tracci nelle città un percorso di visita alternativo, pronto, se si crede, ad invertire le rotte, a voltare pagina, nel libro di una favola urbana mai uguale a se stessa”.

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