Il consigliere regionale lo ha sottolineato questa mattina insieme ai rappresentanti di Forza Italia
CHIETI – Il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo si è espresso sul project financing per il nuovo ospedale di Chieti insieme all’onorevole Fabrizio Di Stefano e al gruppo consiliare di Forza Italia al Comune di Chieti.
È stato sottolineato come la proposta di progetto di finanza, all’atto della sua presentazione, risultava carente di regolare cauzione a garanzia dell’offerta e palesava anche incompleta allegazione di elementi tecnici quali i contenuti della relazione geologica, idrogeologica e sismica. Dette irregolarità sono state successivamente sanate e integrate.
Ma nella verifica delle dichiarazioni sostitutive rese dal costituendo Rti Icm (Impresa Costruzioni Maltauro, in qualità di mandante) e Abp Nocivelli (in qualità di mandataria) sono emerse dichiarazioni di regolarità contributiva/fiscale difformi da quanto certificato invece dall’Agenzia delle Entrate di Vicenza. Per tali difformità già la Asl di Chieti, in data 6 dicembre 2016, coinvolgeva sia la Procura della Repubblica di Chieti sia l’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione).
A questo punto, all’interno della stessa Asl si è posto il quesito sulla accoglibilità della proposta; dalla lettura delle relazioni del Rup ing. Filippo Manci e del Direttore Affari Generali e Legali dott.Stefano Spadano risulta palese la impossibilità di accoglimento della proposta.
MAURO FEBBO
“Finalmente possiamo dare il via a ciò che io e Forza Italia da 30 mesi stavamo dicendo – ha affermato il presidente della Commissione Vigilanza in Regione, Mauro Febbo – cioè di intervenire su due corpi non lontani e di riattivare il San Camillo, di lasciare il progetto di financing e di pensare magari anche agli altri Nosocomi della provincia di Chieti come quelli di Vasto e di Lanciano che ormai hanno dei difetti strutturali importanti.
Credo che abbiamo perso 30 mesi in spot e probabilmente inutili mentre si potevano fare cose più serie per i cittadini abruzzesi come ad esempio per la Sanità che tutti sappiamo com’è ridotta. Viene accantonato questo progetto perché per Legge va accantonato, poi se qualcuno vuole forzare la mano può farlo, ma noi continuiamo a dire che non si può presentare il progetto.
Parlano del nulla, gli amministratori, gli amministratori devono tener conto di queste problematicità e di quelle che sono le esigenze delle città, dei territori ed in questo caso dell’intera provincia di Chieti. ho sempre pensato che questo progetto doveva essere accantonato. Il nostro Ospedale Clinicizzato ha un rapporto con l’Università che non sa nulla del nuovo assetto di questo presunto nuovo Ospedale”.
FABRIZIO DI STEFANO
“Credo che bisogna fare un plauso al presidente Febbo – ha dichiarato l’onorevole Fabrizio Di Stefano – che ha combattuto una lunga battaglia si questo battaglia che ad oggi ritengo sia giunto all’epilogo, visti i documenti il progetto financing si chiude. Ritengo di fare un plauso anche ai dirigenti della Asl che con coraggio hanno deciso di mettere nero su bianco, giuste posizioni, giusti rilievi, ma dalla parte regionale immagino quante pressioni siano arrivate affinché non arrivassero le firme.
A loro va sicuramente il merito per l’onestà intellettuale e per la capacità professionale che hanno dimostrato. Il problema però si acuisce, siamo quasi a tre anni di governo regionale e la Sanità abruzzese è al collasso. Hanno sbandierato l’uscita dal commissariamento, ma per la Sanità in quanto servizi nessuno ha capito che questa uscita ha comportato dei sacrifici, siamo al totale collasso.
Si riparte da zero per l’Ospedale di Chieti, ma ci sono altre situazioni dei costruendi Ospedali di Lanciano e di Vasto, ma anche in altre zone della regione. Si deve capire se con i progetti di financing così strutturati si può andare avanti perché rischiamo di arrivare a fine legislatura ed abbiamo buttato cinque anni e di nuove strutture ospedaliere non se ne vede l’ombra e viceversa strutture ancora funzionanti e belle restano dimenticate ed inutilizzate. Allora occorre che la Regione faccia un mea culpa, riveda completamente il suo piano sanitario e dica come intende risolvere il problema sul Nosocomio teatino e come intende risolvere e affrontare tutto il resto”.