Il Presidente della Commissione di Vigilanza e il Capogruppo di Forza Italia: “L’Abruzzo resta a guardare impassibile anche sui referendum?
L’AQUILA – “Non è ancora chiaro se l’Abruzzo, per il tramite del presentatore Lucrezio Paolini, intenda procedere al ricorso contro la decisione della Corte di Cassazione che ha autorizzato un solo referendum (sui 6 presentati) contro le trivelle. Non abbiamo capito quale sia la reale posizione della nostra Regione mentre altre 6 amministrazioni intendono sollevare il conflitto di attribuzione con il Parlamento”. E’ quanto dichiarano in una nota il Presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo e il Capogruppo di Forza Italia Lorenzo Sospiri.
“Sulle trivellazioni in Adriatico – proseguono i Consiglieri di Forza Italia – D’Alfonso sembra non battere ciglio e continua a subire i dettami di Roma e del Premier Renzi a differenza dei suoi colleghi delle altre Regioni che sono sul piede di guerra”. Oltre alla questione referendaria, è bene ricordare che il 22 dicembre scorso il Ministero dello Sviluppo economico ha autorizzato una serie di ricerche petrolifere in alcuni tratti di Adriatico. Il giorno dopo, il Parlamento ha approvato la Legge di Stabilità, che vieta le trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa ma permette lo sfruttamento dei giacimenti già autorizzati. Con decreto rilasciato dal Direttore generale per la Sicurezza dell’approvvigionamento e le infrastrutture energetiche, è stato autorizzato il permesso di ricerca per idrocarburi nel mare richiesto dalla società Petroceltic con una concessione riguardante un’area di 373 chilometri quadrati lungo la costa tra Vasto, Termoli e le isole Tremiti, ad una distanza di 13,4 miglia marine dal litorale e dalle isole.
“Di fronte a questo scenario – sottolineano Febbo e Sospiri – si è registrata una reazione veemente da parte di opinione pubblica, cittadini, associazioni e anche chiaramente dei Presidenti delle Regioni interessate a eccezione, naturalmente, dell’Abruzzo che si distingue ancora per il solito immobilismo di fronte ai dettami di Roma. Lo stesso Emiliano, importante esponente del Pd, si è schierato apertamente contro il governo nazionale ed è pronto a intraprendere ogni azione possibile parlando di una violazione del patto di collaborazione fra istituzioni. Luca Zaia, Veneto, rincara la dose: “combatteremo al fianco delle altre Regioni in ogni sede per fermare questo pericoloso scempio”.
E D’Alfonso? Resta a guardare senza muovere un dito, senza nessuna azione forte e concreta per difendere il nostro mare. Restando impassibile anche di fronte alle richieste degli stessi ambientalisti che hanno chiesto alle Regioni di impugnare immediatamente il provvedimento davanti al Tar del Lazio. Anzi il Presidente della Regione si è affrettato a rassicurare tutti, in soccorso del ministro Guidi che parla di “polverone”, sul fatto che la vicenda Ombrina è definitivamente chiusa e che non vi saranno nuove trivellazioni entro le 12 miglia nel mare Adriatico. Ma non chiarisce l’aspetto che riguarda i permessi di prospezione che sono stati effettivamente autorizzati, come quello al largo delle Tremiti. Il governatore abruzzese ha affermato la volontà di assumere ulteriori iniziative per aumentare la grandezza della difesa del mare blu, ci chiediamo solo come pensa di farlo?”.