Un esperto di diritto canonico (un certo Di Matteo) nell’espletare il compito di trasportare ciò che restava del corpo e delle vesti (giunte a Loreto, nella Chiesa di San Pietro Apostolo, il 25 maggio 1711) dal complesso cimiteriale dei primi cristiani di San Callisto a Roma ebbe l’ardire di ipotizzare che quei resti erano appropriati per il paese di Loreto avendo letto le parole Zopitus e Vicenne (essendo presente una Contrada con tale nome). Sicuramente è stata una “svista”: da Sopitus in Domino (“addormentato nel Signore”) lo “camuffò” in Zopito.
“Albero verdeggiante”
Sul significato del nome vi sono varie interpretazioni ma per il Collegio Greco di Roma Zopito ha origini greche e significa “albero verdeggiante”. Il Santo viene omaggiato nel corso della domenica di Pentecoste da un bagno di folla e, il giorno dopo, avviene l’incontro del busto in argento del Santo (poggiato su una base in legno ricoperta d’oro) con l’animale protagonista: il bue bianco. Si può assistere alle varie cerimonie con sacerdoti, laici oltre a corporazioni di epoche passate accompagnati da animali quali muli o cavalli che, in fila, percorrono le strade del paese in un sottofondo di suoni e colori.
Fasciane, Delicate, Cavaliere
Secondo il cerimoniale il bue di San Zopito (che diventa “ierofania”) percorre le caratteristiche vie del paese e si inginocchia varie volte prima davanti alla Chiesa di Sant’Antonio poi per ottenere la benedizione davanti a quella di S. Pietro e, infine, nello spazio del Palazzo Valentini; fino agli anni ’60 questo percorso veniva ripetuto anche il giorno successivo. Il bue, nel corso degli anni, ha assunto vari nomi: Giagante, Delicate, Majorane, Cardine, Fasciane, Cavaliere (è il bue della festa di questo anno e pesa “soltanto” 13 quintali).
“Angioletto”
Nella variegata moltitudine di significati e credenze che fanno da “cornice” alla festa vi è la “vestizione” del bue: le corna vengono allungate e guarnite con fiocchi posti sulla fronte, sui lati, intervallate da uno specchio e, infine, fissata la corona. Sulla parte superiore è appoggiata una gualdrappa di colore rosso e un cuscino oltre al collare di cuoio con attaccate tre campane. Il bue è accompagnato sul dorso da un bambino con abiti femminili che porta un ombrellino aperto chiamato “angioletto” ed ha un garofano rosso in bocca.
Invocato contro il “malocchio”
Nel primo periodo dopo la guerra venivano eseguiti dei riti scaramantici come quello di giovani vergini, in abiti bianchi, che venendo da paesi limitrofi camminavano scalze per giungere a San Pietro e, poi, in ginocchio per arrivare a San Zopito potendo chiedere la protezione dal “malocchio”. San Zopito risulta essere uno dei Sette Santi Fratelli sotto le cui ali protettive è stata posta la Regione Abruzzo oltre ad essere invocato contro le calamità naturali.