“Alla nonna” é la poesia che il Vate dedicò alla nonna paterna Anna Lolli, apparsa per la prima volta sul Gazzettino letterario nel 1881
REGIONE – Oggi, lunedì 2 ottobre, si celebra la Festa dei nonni. Una ricorrenza creata creata negli Stati Uniti d’America nel 1978 e istituita in Italia con la legge n. 159 del 31 luglio 2005. Un momento per riflettere sull’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale. La data non é assolutamente casuale perché il 2 ottobre coincide con il ricordo liturgico degli Angeli custodi nel calendario dei Santi cattolico: e i nonni hanno nella nostra vita quella funzione.
I nonni appartengono ai nostri ricordi dell’infanzia e della giovinezza. Sono figure che segnano il tempo. E che hanno il potere di fermarlo perché ai loro occhi siamo sempre il bambino da accudire e proteggere. Anche quando gli anni passano e siamo noi a dover avere attenzioni, premure e cure nei loro riguardi. Insieme ai nonni, in età adulta, si é bambini entrambi.
La figura della nonna é stata molto importante anche per Gabriele D’Annunzio, che alla nonna paterna, Anna Lolli, volle dedicare una poesia, apparsa per la prima volta sulla rivista fiorentina il Gazzettino letterario, nel maggio 1881. Versi dolci teneri, toccanti, che il Vate ha voluto dedicare a quella figura così significativa della sua infanzia e che oggi vi vogliamo riproporre.
Alla nonna
D’inverno ti mettevi una cuffietta
coi nastri bianchi come il tuo visino,
e facevi ogni sera la calzetta,
seduta al lume accanto al tavolino.
Io imparavo la Storia Sacra in fretta
e poi m’accoccolavo a te vicino,
per sentir narrar la favoletta
del Drago azzurro e del Guerrin Meschino.
E quando il sonno proprio mi vincea
m’accompagnavi fino alla mia stanza,
e m’addormivi al suono dei tuoi baci.
Allora agli occhi chiusi m’arridea
in mezzo ai fiori, una gioconda danza
di fantasime splendide e fugaci.