POPOLI – Avrà inizio il prossimo 7 Marzo e si concluderà il 10 Giugno la Sessione di Primavera del Festival H2O Rispecchiamenti, un progetto del Drammateatro che si svolgerà nel Teatro comunale di Popoli, sostenuto dall’Amministrazione comunale. Fa seguito alle edizioni realizzate a partire dal 2018 in concomitanza con la riapertura della struttura comunale dopo i lavori di ristrutturazione a seguito del sisma del 2009. Un contesto di arte e di cultura, articolato in spettacoli di teatro, danza, musica, MasterClass di formazione scenica, presentazione di libri, laboratori di teatro comunitario. Non una vetrina o una tradizionale stagione teatrale ma un luogo creativo dove si intrecciano creazioni d’arte legate alla scena contemporanea e altre attività orientate al coinvolgimento del pubblico anche oltre la normale fruizione degli spettacoli.
Come si intuisce da titolo, è un Festival mosso dall’idea dell’acqua come concetto di rispecchiamento e di alterità perturbante, e nella città dell’acqua, quale è Popoli con le sue rinomate sorgenti Riserva regionale tra le più prestigiose della regione, i fiumi che la attraversano, le Terme di acqua sulfurea, mai tema centrale fu più appropriato, come spiega Claudio Di Scanno, regista del Drammateatro, parlando del Festival:
“H2O Rispecchiamenti Festival intreccia itinerari di spettacolo, non solo teatro ma anche danza e musica, e insieme costruisce eventi creativi e laboratori formativi o dediti al coinvolgimento dei cittadini, al teatro di comunità. Determina cioè un contesto articolato e sapiente nel quale la meraviglia della creazione scenica, che sia visione dello spettacolo o itinerario laboratoriale, domina la scena e qualifica il luogo nel quale ciò accade, vale a dire il teatro comunale. I momenti del Festival sono tre e seguono le Stagioni di Primavera, Estate e Autunno. Ciascun momento scansiona ospitalità e produzione, itinerari formativi e di comunità. L’obiettivo è quello di tener vivo lo spazio e l’attenzione della città su quanto induce a focalizzare l’aspettativa: un teatro comunale è o dovrebbe essere il “salotto buono” della città, il suo biglietto da visita, un luogo di fermento creativo.
Questo è l’obiettivo centrale: non intendere lo spazio teatrale cittadino come un contenitore occasionale ma un luogo di permanente attrattività e proposta. Il Festival serve anche a questo. A produrre cultura e curiosità, relazione sociale ed umana intorno al fattore bellezza d’arte, meglio se perturbante, in assenza del quale la vita della città si inaridisce a dismisura. E non possiamo permettercelo, oggi più che mai. Le risorse per il teatro e le arti dal vivo, più in generale per la produzione della cultura, sempre risultanza dell’incontro intelligente e stimolante tra opera performativa e spettatore, sono limitatissime. Non sono interessato a ribadire gli ingredienti di tanta scelleratezza diffusa. Rifletto invece sul coraggio di alcune realtà come Popoli, cittadina di 4.800 abitanti, che rinnova la sua apertura al nuovo e differente. D’altra parte, Popoli è città d’acqua, di fiumi che s’incontrano e fluiscono, intrecciano energie liquide/temporali ben capaci di scandire il tempo, il suo fluire, dimensione della mente percettiva e non convenzionale.
E il teatro gli è prossimo, laddove non è ingabbiato nelle griglie della sua burocratica organizzazione mercantile e laddove è davvero rispecchiamento perturbante del tragico umano. Esattamente come il mito di Narciso, figlio del dio del fiume Cefiso e della ninfa Liriope, che un giorno, per caso, si ritrova di fronte ad un fiume e, chinatosi per bere, scorge nell’acqua limpida un’immagine che lo fa bruciare di passione: è il suo riflesso, ma non riesce a rendersene conto. Crede di guardare un altro, sebbene stia contemplando il suo riflesso. Si ritrova così ad instaurare con la propria immagine un rapporto basato sulla percezione di un’alterità. Il teatro in cui ritrovo me stesso e il mio lavoro non è (solo) la scontata alterità scenica ma l’affatto scontata dimensione altra della teatralità. La sua libertà d’invenzione. Il Festival ne esprime il senso, come gruppi d’arte che professionalmente vi lavorano e come logica di luogo d’arte, articolato e composito. Gruppi e Luoghi d’arte che non solo nello spettatore cercano la curiosità e la partecipazione ma che ne richiedono complicità e cooperazione, semi indispensabili per la produzione della cultura di scena, dal vivo”.
E’ quindi nel nome di Narciso, della immagine riflettente il corpo del teatro creativo e intraprendente agito da gruppi e artisti di sensibilità nuova e differente, che il Festival compone il suo itinerario, in una sessione primaverile che apre con un dialogo pubblico a partire dal recente libro di Brunella Campea La Storia nell’Ombra a cui parteciperanno Susanna Costaglione, il Sindaco di Popoli Moriondo Santoro e l’Assessore alla Cultura Loredana Di Stefano, Rosa Giammarco e Stefano Pallotta. Quindi l’opera di diversi gruppi storici e affermati della scena contemporanea, come il Teatro Nucleo presente con lo spettacolo dedicato alle famiglie Il Viaggio di Vega che si dipana tra memorie famigliari e che attraversa la Santa Inquisizione, superstizioni e sospetti legati al rapporto con la natura e con i culti arcaici femminili; Lenz Fondazione con una sorprendente Iphigenia in Tauride esito di una triplice ispirazione: il dramma di Goethe Iphigenie auf Tauris , l’opera di Gluck Iphigénie en Tauride e la storica azione di Joseph Beuys Titus-Iphigenie; lo stesso Drammateatro con Sarà un altro giorno felice! ispirato al celebre Giorni Felici di Samuel Beckett riconosciuto come uno dei momenti più alti del teatro beckettiano e con un’opera studio under 30 da L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello, performance collocata nella sala d’attesa della Stazione ferroviaria di Popoli; la Compagnia Zerogrammi con La Sposa Blu ispirato alla fiaba di Perrault Barbablu’ che affronta con un linguaggio immaginifico e poetico il tema della violenza di genere e del femminicidio. E insieme agli spettacoli una Masterclass spettacolariizzata con il monologo Contra Gigantes ispirato al Don Chisciotte di Cervantes, con l’attore e regista del Teatro Nucleo Horacio Czertok, tra le figure più rappresentative della scena innovativa segnata profondamente dal teatro di gruppo, rivolto ad attori e a quanti volessero approfondire la ricerca drammaturgica e il lavoro creativo. Per concludersi con l’esito scenico del Laboratorio comunitario incentrato sulla celebre fiaba dei Fratelli Grimm Biancaneve a cui partecipano bambini e adulti non solo di Popoli e del circondario ma anche ucraini ospiti della cittadina abruzzese, della Moldavia, dell’Albania.