Nella notte tra il 27 e il 28 Giugno si è verificato un incendio di grandi proporzioni, probabilmente doloso, che ha riguardato una discarica abusiva situata in zona Colle Marcone, tra la città di Chieti e il comune di Casalincontrada
CHIETI – Sono circa le 22 quando gli abitanti della zona danno l’allarme: la discarica situata su una collina ha preso fuoco. Fiamme altissime e fumo nero in poco tempo invadono l’aria e bruciano rifiuti di ogni genere mentre, tra la paura e gli scoppiettii, alcuni residenti della zona decidono spontaneamente di evacuare le abitazioni. Sono anche i ritardi dei mezzi di soccorso a preoccupare la popolazione: gli addetti sono bloccati da una frana risalente a Marzo e faticano ad arrivare nei pressi della discarica per spegnere l’incendio.
La discarica abusiva è stata messa sotto sequestro già nel 2009 ma, nonostante questo, non è mai stata bonificata. L’incendio potrebbe essere stato appiccato per coprire eventuali tracce o per distruggere documenti compromettenti che si trovavano all’interno della discarica.
Si tratta di un danno che si sarebbe potuto evitare? Sono molti a pensare che ci si sta trovando di fronte ad una tragedia annunciata, poiché la questione, soprattutto negli ultimi giorni, era stata messa notevolmente in evidenza dalle testate giornalistiche.
Tra le tonnellate di rifiuti non più identificabili, probabilmente situati nella discarica da anni, si trovavano plastica, contenitori di detersivi, vetri, pile esaurite consumate dall’acido e rifiuti medici e speciali. Le reali conseguenze dell’incendio, specialmente per la popolazione e per l’agricoltura, sono ancora da verificare ma, certamente, il fumo nero che ne viene fuori preoccupa sia la città di Chieti, dalla quale è nettamente visibile, che i comuni vicini. Conoscendo la natura dei rifiuti accatastati la paura è che ci possano essere conseguenze per la salute dei cittadini: per questo motivo sono stati effettuati, ad opera dell’ARTA, i campionamenti necessari ad accertare le effettive condizioni di pericolosità sia dell’aria che dei relativi danni a discapito di terreni e coltivazioni: i relativi risultati saranno disponibili tra qualche ora assieme, si spera, ad un protocollo da parte dei sindaci dei comuni coinvolti, da seguire per arginare e limitare i danni.
Tanta la preoccupazione e altrettanto numerose le lamentele dei cittadini manifestate sui social network: si chiedono più responsabilità e più accortezza su problemi, come questo, che possono essere di serio pericolo per la salute pubblica; si auspicano pre-interventi piuttosto che tamponamenti e rimedi nel momento in cui le tragedie si sono già consumate. Nel frattempo non si perde tempo, nel Capoluogo, per criticare il sindaco Umberto Di Primio, del quale sono state chieste le dimissioni in un comunicato firmato Sel e L’Altra Chieti, probabilmente per questioni di irresponsabilità da parte di chi, in qualità di primo cittadino, dovrebbe evitare il più possibile il verificarsi di questi spiacevoli eventi.