PESCARA – L’assessore alle Finanze Massimo Filippello, replicando alle accuse del Presidente della Cna Salce sulla vicenda inerente lo sblocco dei fondi del patto di stabilità,ha reso noto che il Comune di Pescara ha già impugnato dinanzi al Tar de L’Aquila la delibera con cui la Regione Abruzzo lo ha escluso dall’elenco dei Comuni che potranno beneficiare dell’ampliamento del tetto di spesa per il pagamento delle imprese in deroga a tale patto . Per Filippello quell’esclusione è illegittima e ingiustificata, determinata non dall’inefficienza del Comune, ma da una comunicazione inviata tramite Posta elettronica certificata, ma non giunta a destinazione. Inoltre la vicenda è stata inopportunamente strumentalizzata : infatti l’amministrazione comunale di Pescara non ha perso alcun fondo da erogare alle imprese, perché la Regione Abruzzo non ha messo a bando alcun finanziamento. In realtàl Ministero dell’Economia e delle Finanze ha offerto ai Comuni la possibilità di presentare un’istanza per ‘aprire’ una finestra di spesa nelle proprie casse, in deroga al Patto di stabilità verticale, ovvero ha offerto ai Comuni la possibilità di incrementare le possibilità di pagamento dei fornitori, impiegando comunque fondi personali in cassa, e utilizzando le Regioni come ‘garanti’. Il termine ultimo posto dal Ministero per inoltrare tale istanza era quello del 30 giugno scorso, termine che la Regione Abruzzo ha anticipato al 25 giugno, un termine però non perentorio, ma ordinatorio. Il Comune di Pescara ha comunque inviato la propria istanza tramite Pec il 25 giugno, ma solo il 26 giugno si è saputo che la Pec non era stata ricevuta ed è stata inoltrata di nuovo.
Ha spiegato Filippello:
Innanzitutto chiariamo in maniera definitiva che non abbiamo perso alcun finanziamento di 2milioni di euro perché non ci sono finanziamenti né contributi da erogare, ma si tratta solo di poter beneficiare dell’opportunità offerta dal Mef di aprire una finestra nel Patto di stabilità verticale per circa 1milione di euro, ovvero di poter sbloccare fondi per il pagamento delle imprese-fornitrici del Comune in deroga al patto stesso . Per accedere all’opportunità, dovevamo inoltrare la nostra istanza alla Regione Abruzzo che si farà garante per i Comuni aderenti nei confronti del Mef. La prima procedura è partita a primavera scorsa e tutti i Comuni dovevano inviare inizialmente la propria istanza entro il 30 maggio, termine rispettato dal Comune che ha inviato l’istanza tramite Posta elettronica certificata il 23 maggio per lo sblocco di 1milione 182mila 466,16 euro. Il Ministero ha poi deciso di allargare l’offerta anche ai piccoli Comuni con meno di 5mila abitanti e ha riaperto i termini, imponendo alle Regioni di ritrasmettere le adesioni perentoriamente entro il 30 giugno 2013. Molte Regioni del nord, come la Lombardia e il Veneto, in un’ottica di semplificazione amministrativa, hanno considerato valide le adesioni pervenute entro il 30 maggio; al contrario la Regione Abruzzo il 19 giugno ha inviato una comunicazione imponendo ai Comuni di ripresentare di nuovo le proprie istanze entro il 25 giugno, abbreviando, in maniera autonoma, il termine di legge di 5 giorni, termine però non perentorio in questo caso. Il 21 giugno la stessa Regione ha inviato un altro indirizzo Pec cui spedire la richiesta, visto che quello precedentemente comunicato era errato. Il Comune di Pescara ha ottemperato regolarmente alla richiesta della Regione Abruzzo, protocollando la propria istanza al numero 89073 inviata via Pec alle 12.59 del 25 giugno, come risulta dagli atti. Tuttavia la Pec ti consente di controllare l’avvenuta ricezione solo il giorno seguente l’invio e infatti il 26 giugno abbiamo purtroppo verificato che la nostra mail, regolarmente inviata all’indirizzo comunicato, non era andata a buon fine e abbiamo subito provveduto a rispedirla. Ma il 3 luglio la Regione Abruzzo ha di fatto formalizzato l’esclusione di alcuni Comuni, tra cui Pescara, le cui istanze sarebbero arrivate fuori termine. Ma in realtà si è trattato di una decisione assolutamente illegittima contro la quale la nostra amministrazione ha già presentato ricorso al Tar per l’Abruzzo – L’Aquila in quanto già con l’istanza del 23 maggio il Comune aveva proceduto alla richiesta di apertura di una ‘finestra’ all’interno del patto di stabilità e quella istanza era stata ammessa, dunque quella prima richiesta poteva e doveva essere fatta salva dalla Regione Abruzzo che, in seguito alla riapertura dei termini, avrebbe poi deciso come meglio ripartire gli spazi finanziari tra tutti i Comuni, compresi quelli al di sotto dei 5mila abitanti, com’è accaduto in Lombardia. Poi, il termine del 25 giugno imposto dalla Regione è improprio, in quanto l’unico termine perentorio da considerare valido è quello imposto dallo Stato del 30 giugno alle Regioni, termine ultimo per l’approvazione della delibera definitiva da inviare al Mef. Vale la pena sottolineare che comunque la Regione ha approvato quella delibera il 28 giugno, dunque non poteva non considerare le due istanze comunque inviate dal Comune di Pescara, in altri termini non ci poteva escludere. Contro tale esclusione, come già detto, il Comune di Pescara ha presentato ricorso e siamo certi delle nostre ragioni, dunque anche Pescara dovrà essere riammessa tra gli Enti autorizzati a spendere le nostre risorse in cassa in deroga al Patto di stabilità per pagare le imprese, ma, ribadisco, non abbiamo perso fondi. Ed è purtroppo evidente la strumentalità delle accuse rivolte dal Presidente del Cna Salce e dal consigliere Blasioli contro quella struttura amministrativo-finanziaria che ogni giorno opera per garantire un bilancio in assoluto equilibrio nonostante le difficoltà attuali di tutti gli Enti pubblici.
In merito all’intervento polemico del Presidente Salce – ha aggiunto l’assessore Antonelli – mi chiedo però perché il Presidente intervenga criticamente solo contro il Comune di Pescara e non contro il Comune di Spoltore che è stato ugualmente escluso. Non vorrei che tale dimenticanza sia determinata dal fatto che il sindaco di Spoltore fa parte della Cna, e Spoltore, paradossalmente, versa in una condizione peggiore rispetto a Pescara: noi abbiamo dimostrato di aver fatto tutti gli atti e una mail inviata, ma non ricevuta, non può determinare certo un’esclusione, che abbiamo impugnato al Tar. Spoltore, al contrario, non ha potuto impugnare alcunché, quindi è semplicemente fuori dai giochi, ma la Cna non si è accorta di tale piccolo dettaglio o forse a Spoltore non ci sono imprese da pagare.
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