PESCARA – “Oggi più che mai è evidente che per affrontare l’emergenza balneazione sia necessario un Commissariamento rigoroso e urgente, con un tecnico nominato dal Ministero dell’Ambiente che, in sei mesi, possa accertare la situazione, denunciare abusi ed errori, e avviare le opere di risanamento.
Né il sindaco Alessandrini, completamente avulso dal suo incarico, né la Provincia di Pescara, né tantomeno il Presidente D’Alfonso, che ha preferito disertare la manifestazione odierna indetta dalle Associazioni di categoria all’Auditorium Castellamare, sono in grado di fronteggiare la situazione mentre ci prepariamo a un’estate in cui a Pescara non si potrà andare al mare e questo è inconcepibile.
Come primo atto l’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ chiede l’immediata revoca della tassa sul turismo approvata dalla giunta Alessandrini, una tassa ridicola in una città di mare in cui il mare non è balneabile, il porto inagibile e l’aeroporto sul punto di chiudere. Inoltre chiediamo l’apertura di una Commissione d’indagine comunale che possa fare luce sui troppi punti oscuri di quello che è un dramma per tutta la città”. Lo ha ribadito l’avvocato Berardino Fiorilli, promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ che oggi ha preso parte alla manifestazione indetta dalle Associazioni con gli operatori della spiaggia sul tema del mare inquinato.
“Una manifestazione che in realtà si è tradotta in una sterile passerella politica della maggioranza di governo in Comune e Regione – ha sottolineato l’avvocato Fiorilli -, pilotata ad hoc, evidentemente, per garantire un basso profilo alla rabbia di buona parte degli imprenditori economici della città che neanche si sono accorti di essere stati spettatori di una tragica commedia delle parti. Una commedia fatta di chiacchiere inutili e interlocuzioni fumose, cui assistiamo, ormai da 21 mesi.
Dalla riunione odierna è venuto sostanzialmente fuori l’acqua calda, ossia che il mare è inquinato perché il fiume è inquinato; poi il vicesindaco Del Vecchio dice che la colpa è dei paesi dell’entroterra che però lo hanno già smentito. Poi il sindaco Alessandrini dice durante la manifestazione che a Pescara funziona tutto, a partire dal depuratore, salvo essere brutalmente smentito pochi istanti dopo dall’ingegner Di Giovanni dell’Aca il quale ha riferito che ‘il depuratore di Pescara non ce la fa a sostenere il carico della città e non funziona, tanto che sono in corso nuovi appalti per il suo potenziamento’, chiaramente il sindaco Alessandrini non sa neanche di cosa sta parlando.
L’unica proposta-palliativo è arrivata dai balneatori che, pensando al proprio lavoro, avanzano l’ipotesi di costruire una barriera che, di fatto, non cancellerà l’inquinamento del fiume, ma semplicemente dovrebbe evitare che arrivi sulla costa e dovrebbe spingerlo al largo, e, pensando ai danni generati dalla diga foranea, il condizionale è d’obbligo. Ma soprattutto questa ipotetica barriera non risolverà il problema, perché l’inquinamento resterà e soprattutto nulla esclude che il gioco delle correnti spinga il carico di escherichiacoli a sud.
Dalle Istituzioni neanche una proposta, un suggerimento né una rassicurazione, a testimoniare, come purtroppo già sapevamo, che l’attuale classe dirigente del Pd è incapace di valutare e risolvere il problema. Dopo il confronto odierno, completamente narcotizzato dalla politica di sinistra, è chiaro che la gestione dell’emergenza balneazione a Pescara non può restare impantanata né circoscritta nel capoluogo adriatico, ma occorre la nomina urgente di un Commissario ad acta con una spiccata competenza tecnica che assuma pieni poteri sulla materia, e che, in sei mesi di lavoro, valuti la situazione, individui le cause, proceda con le misure giudiziarie per difendere il territorio da eventuali abusi e dall’immobilismo della politica di governo, e assuma le contromisure in termini di finanziamenti e opere per restituire a Pescara un mare balneabile.
Peraltro le indagini dovrebbero ripartire da quel famigerato 6 aprile 2015, giorno del crollo della condotta fognaria di via Raiale, che ha determinato un’emergenza balneazione dalla quale non ci siamo più ripresi. Al Comune di Pescara chiediamo la nomina di una Commissione d’indagine specifica sull’emergenza balneazione, la cui presidenza venga affidata alle forze politiche di opposizione – ha aggiunto l’avvocato Fiorilli -; infine, tenendo conto della situazione di forte precarietà che oggi Pescara si trova a vivere sul fronte turistico, con un mare inquinato che determinerà un crollo delle prenotazioni di ombrelloni e palme sulle nostre spiagge, un porto inagibile alle navi passeggeri e un aeroporto sul punto di chiudere, chiediamo alla giunta Alessandrini la revoca immediata della delibera con la quale è stata istituita la tassa sul turismo, tassa che determinerà un’ulteriore fuga di eventuali ospiti da Pescara, desertificando pure gli alberghi, visto che nei comuni limitrofi costieri quel balzello non si paga e il mare è balneabile. A questo punto è chiaro che il Pd sta governando contro Pescara”.
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