PESCARA – L’avvocato Berardino Fiorilli, promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi Piace’ interviene sulla balneabilità del mare dopo l’ennesima rottura della condotta di via Raiale con conseguente sversamento in mare per tre giorni consecutivi dei liquami e sottolinea i rimpalli di responsabilità tra l’Arta ,che ha il dovere istituzionale di eseguire nuovi campionamenti per verificare la balneabilità del nostro mare dopo la rottura di tale importante condotta e il Comune, che non ha chiesto analisi straordinarie.
“Siamo allibiti da quanto sta accadendo, con un gioco a rimpiattino inaccettabile per chi, come me, ha avuto per anni responsabilità di governo della città – ha ribadito Fiorilli -. Si rompe una condotta fognaria lunedì 27 luglio, i liquami sversano in mare per tre giorni senza che la città sospetti nulla, salvo per quel colore scuro del mare, solo il giovedì 30 luglio il Comune ufficializza la notizia, ma per dire che mercoledì notte aveva sistemato il problema. Ma nel frattempo per tre giorni centinaia di bagnanti si sono fatti il bagno in quel mare in cui si stavano riversando migliaia di metri cubi di liquami, e, strana coincidenza, nell’ultima settimana si sono moltiplicate le segnalazioni di bambini affetti da gastroenterite dopo una giornata al mare e anche da problemi dermatologici, costretti a ricorrere alle cure dell’ospedale. Ma per il sindaco Alessandrini va tutto bene. Ma anche l’Arta non smette di sorprenderci: alla nostra richiesta di effettuare delle analisi suppletive, in aggiunta a quelle già previste per il prossimo 8 agosto, l’Arta ha risposto che le analisi si possono fare solo sulla base del calendario fissato dalla Regione Abruzzo, quindi non è possibile intervenire in maniera straordinaria solo perché c’è stato uno sversamento di liquami. Assurdo: e allora – ha chiesto Fiorilli – perché a Montesilvano, dopo la dissenteria che ha colpito gli ospiti di un albergo, al quale hanno pure chiuso le cucine, Arta e Guardia Costiera stanno eseguendo, da due giorni, i campionamenti suppletivi del mare per verificare se quella dissenteria non possa essere collegata a un presunto inquinamento batteriologico da colifecali? A questo punto o Pescara o Montesilvano sono un’énclave a sé, visto che su due comuni costieri confinanti vigono norme e leggi diverse, che hanno tanto il sapore di un doppiopesismo. Ma soprattutto come dimenticare che nell’agosto 2013 la stessa Capitaneria di porto effettuò dei campionamenti di domenica pomeriggio, su disposizione dell’Arta, che poi eseguì le analisi in tempi record, a causa del mancato funzionamento, di un’ora, della pompa di sollevamento di Fosso Pretaro, a Francavilla al Mare, disponendo il divieto di balneazione a Fosso Vallelunga nel giorno di ferragosto? Quale legge è cambiata negli ultimi due anni? Forse è il caso di finirla con il gioco dello scarica-competenze: l’Arta ha il dovere di fare i campionamenti, il sindaco Alessandrini, in qualità di primo garante della salute della cittadinanza, ha il dovere di chiedere quei campionamenti suppletivi, aprendo un’interlocuzione necessaria a fronte della vicenda tanto eclatante che sta interessando, purtroppo, la nostra costa”.
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