Si spera nell’accordo di Programma tra Ministero e Regione per porre rimedio ad una situazione di così forte degrado.
MONTESILVANO – Il sequestro preventivo di 4 impianti di depurazione comunali, avvenuto il 12 Febbraio, da parte del Corpo Forestale dello Stato, su disposizione del gip Carla De Matteis, ha richiamato l’attenzione generale sul problema dell’inquinamento dei fiumi abruzzesi ed in particolare del Tavo-Saline.A tale proposito registriamo una nota del Wwf, che dovrebbe far riflettere sul livello preoccupante di inciviltà del singolo cittadino in merito dell’abbandono dei rifiuti, sull’illegalità diffusa, venuta anche di recente alla ribalta della cronaca,nello smaltimento di quelli speciali e/o pericolosi da parte di aziende e su una certa inerzia del mondo politico nel potenziare la prevenzione in campo ambientale.
Questo il comunicato del Wwf:
Oggi il WWF diffonde l’ennesima galleria di immagini shock relative alla situazione di degrado del Fiume Tavo-Saline, perimetrato fin dal 2003 dal Ministero dell’Ambiente quale Sito di Interesse Nazionale per le Bonifiche. Si tratta, infatti, di una delle 56 aree più inquinate d’Italia. Dal punto di vista amministrativo e legale il sito è alla pari di Marghera, Priolo, Brindisi ecc. Lo scorso 8 febbraio gli attivisti del WWF hanno effettuato l’ennesimo giro di perlustrazione lungo il fiume Tavo a Cappelle e sul Saline a Montesilvano, trovando una situazione di degrado agghiacciante, segnale di una inciviltà diffusa a vari livelli della nostra società, dal singolo cittadino all’impresa. Rifiuti bruciati, interrati, lasciati sulle strade, un vero viaggio degli orrori. Il tutto a poche centinaia di metri dalla riviera, in una regione che vuole fare turismo e che presenta questo bel biglietto da visita a chi vuole passeggiare lungo un fiume, cosa che in altre regioni e all’estero costituisce fatto normale senza dover rischiare la propria incolumità.
Dichiara Augusto De Sanctis, referente fiumi del WWF Abruzzo:
Partecipai alla prima conferenza dei servizi al Ministero dell’Ambiente su questo sito nell’ormai lontano 2004 ed esordii segnalando che la situazione del fiume stava peggiorando visto che continuavano gli scarichi illegali lungo gli argini. Suggerii di chiudere le strade di accesso golenali, di posizionare piccole telecamere per la videosorveglianza e in generale di mobilitare tutte le forze dell’ordine presenti sul territorio. Oggi la situazione è ancora fuori controllo, l’unica differenza è che ora abbiamo gli studi dell’ARTA che segnalano la gravissima situazione di inquinamento frutto di questa gestione sciagurata del territorio. E’ avvilente segnalare come molti di questi rifiuti derivino da attività economiche, visto che si tratta di scarti di lavorazione. Vuol dire che parte dell’economia del territorio si basa su un’illegalità diffusa le cui conseguenze sono pagate dai cittadini. Ricordo che saranno lo Stato, la Regione, la Provincia e i Comuni a dover bonificare queste aree con l’uso del denaro dei contribuenti.
Ringraziamo il Corpo Forestale e la Procura per il grande impegno profuso nel cercare di contribuire al risanamento del sito ma qui si evidenzia il fallimento del sistema amministrativo collegato al controllo del territorio e alla gestione della bonifica. Per quanto riguarda il funzionamento dei depuratori ricordo che entro il 2015 l’Unione Europea ha stabilito che tutti i fiumi debbano essere classificati in uno stato “buono” per quanto riguarda la classificazione delle acque. Il Saline è classificato nello stato “Pessimo”. Continuiamo a segnalare la situazione al Ministero dell’Ambiente che è tenuto a coordinare il lavoro degli altri enti. Purtroppo dobbiamo registrare che ad oggi, se ci sono stati dei cambiamenti, sono nella direzione di un peggioramento complessivo. Sappiamo che è in corso l’approvazione di un accordo di programma tra Ministero e Regione. E’ l’ultimo treno per cercare di porre rimedio a tale degrado e ci auguriamo che non sia l’ennesima occasione persa.
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