A Pescara primo appuntamento con il cinema all’aperto
PESCARA – Dopo il successo ottenuto nei giorni scorsi con la rassegna Flaiano Film Festival al Multiplex Arca seguita da migliaia di persone, il Flaiano si sposta in piazza. Dal 7 al 19 luglio in fatti, grazie alla collaborazione ed il sostegno del Comune di Pescara, si alterneranno ben 13 proiezioni ad ingresso libero di alcuni film di recente produzione in diverse piazza della città: Largo Madonna, San Donato-Rio Sparto, Piazzale Vittoria Colonna, Parco Florida, Piazza Marino Di Resta, Piazza della Rinascita.
Primo appuntamento lunedì 7 luglio in Largo Madonna con “Sole a catinelle” di Checco Zalone, protagonista assoluto di un film comico, ma che pur fa riflettere:
Checco Zalone è sui trenta in quel del vicentino, con moglie e figlio decenne. Sorride sempre, con la smorfia inebetita di chi ha vissuto nel sogno televisivo dell’ultimo ventennio. Di lavoro aspira la polvere, dapprima negli hotel di lusso, dove ha cresciuto la sua mira di ricchezza, poi nelle case delle sue tante zie meridionali, intento a vendere l’elettrodomestico che lo riscatterà economicamente. Ci riuscirà perché è simpatico e ottimista (ma non comunista, anzi qualunquista). Compra tutto quello che serve, ma subito dopo lo perde perché fidi e assegni postdatati si sciolgono come la neve sotto il “sole a catinelle”, mentre la moglie operaia vicentina perde il lavoro nel nord-est non più ricco, facendosi paladina di una lotta di classe datata come le trasmissioni giornalistiche di sinistra che la vogliono raccontare. Tornato povero, non è meno ottimista e promette al figlio una vacanza da sogno se prende tutti, ma proprio tutti i dieci nell’ultima pagella. Li prende e Checco il burlone, un po’ Sordi un po’ Zalone, si mette in viaggio pensando di aggirare l’intelligenza del figlio con qualche sorniona battuta ad effetto. La vacanza da sogno arriva in Molise da una zia tirchia, laddove l’aspirante agente ha pensato di raschiare il fondo dell’ultimo rampo parentale, ma sono quasi tutti morti.
Il figlio decenne non ci sta a passare le vacanze promesse d’oro in un paese di moribondi… Il padre allora ripiega verso nord in una sorta di involontario remake barese di In viaggio con papà senza più Sordi e Verdone, senza più la Sardegna dei pre-Berlusconi, ma con lo sfondo di un’Italia ugualmente cafona nel cuore di una Toscana miliardaria tra chic di sinistra e imprenditori a Portofino. In questo viaggio incontreranno una varia umanità di cialtroni, truffatori, venduti, corrotti, assistiti, megalomani… Nel suo irradiarsi sornione tra le cose dell’Italia di oggi, Checco Zalone si fa paladino di una parodia esilarante, pupo e puparo allo stesso tempo, attore e autore di gesta tanto involontarie quanto leggendarie. Parla e agisce per antifrasi e con la forza di questo antico motore dell’ironia toglie la maschera a tutte le figure della sua parata goldoniana, neanche più grottesche ma quasi semplicemente realistiche, forse anche immalinconite per quanto sono ripetitive e note, eppur resistenti. Il viaggio con papà è solo un pretesto, una rete dentro la quale il comico fa cadere le sue vittime, infinita la schiera: maestre, psicologi, imprenditori, operai, omosessuali, comunisti, logopedisti, massoni, naturalisti, giornalisti, finanzieri, neri, cinesi, artisti, registi, maestri yoga… davvero tanti, quasi tutti, tranne i politici. La loro assenza è rumorosa e molesta (ma forse comprensibile) in questa ronde comunque agghiacciante. D’altronde questi italiani “a catinelle” non sembrerebbero molto diversi dalla classe dirigente che li governa, almeno questo sembrerebbe dire l’autore, ma molto tra le righe, visto che il suo agnosticismo dichiarato lo porterebbe a negare qualsiasi interpretazione. Dei tre film di Zalone questo è il più ambizioso e riuscito.