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Fonti rinnovabili, le imprese contestano lo stop imposto dal governo

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Cna e Confindustria sostengono che il  mercato abruzzese sarà danneggiato  dal decreto che fissa limiti prestabiliti sugli incentivi. Intanto domani a Roma manifestazione delle associazioni  ambientaliste e di settore

PESCARA – Il presidente della Repubblica ha firmato il decreto legislativo sulle energie rinnovabili varato dal Consiglio dei Ministri il 3 marzo scorso. Il provvedimento sarà ora inviato alla Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione. Napolitano  dunque ha  avallato il decreto Romani  nonostante le  contestazioni degli operatori del settore che  puntavano  sul discorso della  sua presunta incostituzionalità.

Il mondo delle rinnovabili, però, non sembra intenzionato ad arrendersi. Le associazioni del settore (Anev, Aper, Asso Energie Future, Assosolare, Ises, Gifi) e le principali sigle ambientaliste (Legambiente, Wwf, Greenpeace) hanno già indetto, per giovedì 10 marzo, una mobilitazione di piazza a Roma (l’appuntamento è per le ore 10 al Teatro Quirino). Parallelamente, le imprese hanno anche annunciato l’intenzione dei avviare una battaglia legale «che passerà per le Regioni, per gli organi della giustizia amministrativa e per quelli della giustizia comunitaria».

La Cna Abruzzo e Confindustria Pescara sostengono che il decreto legislativo sulle fonti rinnovabili rischia di provocare danni serissimi  anche al mercato abruzzese delle energie alternative ed alle imprese che hanno scommesso su questa positiva fetta di mercato. In una nota congiunta sottoscritta  dalle due associazioni   è sottolineato come il decreto

infranga alcuni principi del nostro ordinamento giuridico, quali la certezza del diritto e il legittimo affidamento.

Infatti, le aziende che hanno presentato richiesta per il titolo autorizzativo successivamente all’1 gennaio 2011, data di entrata in vigore del decreto legislativo, si vedono escluse dalla possibilità di realizzare impianti fotovoltaici, pur avendo programmato investimenti e interventi.
Confindustria Pescara e Cna Abruzzo evidenziano il quadro degli investimenti già posti in essere e che rischiano un blocco assoluto delle fonti di energia rinnovabili: in Abruzzo sono stati realizzati 3.629 impianti fotovoltaici, capaci di generare 71 mega watt di potenza, con 800 imprese e circa 2mila e 500 addetti.

Sottolineano le due sigle associative:

un mercato, il nostro partito in ritardo rispetto a quello più vivace di regioni limitrofe, come le Marche, ma che ora rischia addirittura di segnare il passo, proprio a causa dei limiti imposti dalle decisioni dell’esecutivo. Con questa decisione, l’intera filiera produttiva collegata viene messa in crisi, a tutto danno di un settore che ha creato ricchezza e posti di lavoro.
Di particolare gravità  appare la decisione di modificare unilateralmente, e senza alcuna concertazione preventiva con le forze sociali, il contenuto del terzo “Conto Energia” approvato con un decreto in vigore da appena un paio di mesi: con il risultato di determinare il blocco degli incentivi a partire dall’1 giugno 2011. In questo modo, si è creata una situazione di grave incertezza e confusione per le imprese che hanno investito nel settore delle energie rinnovabili, seguendo le indicazioni contenute nel tariffario legato al terzo “Conto Energia”.

Pubblicato da
Donatella Di Biase

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