PESCARA – Un’altra matassa da sbrogliare per l’attuale amministrazione comunale è la riqualificazione dell’ex Omni, in via del Circuito, la sede storica della Polizia Municipale di Pescara, trasferita nel 2005 nell’attuale struttura adiacente la scuola media Michetti. Infatti dopo cinque anni di stop e un cantiere rimasto abbandonato nel totale degrado, l’amministrazione comunale ha effettuato la rescissione in danno del contratto con l’impresa teramana , che si era aggiudicata l’appalto. Intanto gli uffici comunali hanno iniziato il rifacimento del progetto di riqualificazione, con un adeguamento alle nuove normative e soprattutto ai prezzi, lievitati rispetto a cinque anni fa.
E’ lecito chiedersi : ma quante opere incompiute o presunte tali dovrà ancora scoprire Foschi e con lui la città? Di lavori di riqualificazione che non hanno mai visto la fine, come quelli della Casa di riposo di via Arapietra,del Museo del Mare , dell’ex Omni i cittadini vorrebbero sapere qualcosa in più perché tra accuse all’ex maggioranza e controaccuse alla attuale amministrazione di certo e tangibile ci sono solo strutture abbandonate dopo anni di cantieri, svariati appalti e progetti inutilizzabili.
Il Presidente della Commissione consiliare Lavori pubblici Armando Foschi dopo il vertice svoltosi in Commissione alla presenza del Responsabile unico del procedimento, l’architetto Pescara, ha detto:
ancora una voltaci troviamo dinanzi a un eterno cantiere, una vicenda che purtroppo ci ricorda molto da vicino quella della Casa di Riposo di via Arapietra. Nel 2005 la vecchia amministrazione comunale di centro-sinistra ha predisposto il trasferimento del Comando della Polizia municipale negli spazi vuoti della scuola media Michetti, a pochi passi, sempre in via del Circuito, per consentire la ristrutturazione necessaria della vecchia sede dei vigili urbani.
Poi però lo stesso centro-sinistra ha deciso di rendere definitivo il trasferimento e di destinare l’ex Omni ad altri scopi, primo fra tutti quello di trasferirvi tutti i Servizi sociali, per decentrarli dal Palazzo comunale. L’intervento di ristrutturazione è stato diviso in due lotti, il primo relativo alle parti in muratura, il secondo per gli arredi e le attrezzature. Il 20 ottobre del 2006 è stato aperto il cantiere del primo lotto: l’amministrazione aveva previsto la spesa di 1milione 135mila euro, che poi, in fase di gara d’appalto, si sono ridotti a 780mila euro per il forte ribasso praticato dall’impresa che entro 365 giorni, dunque un anno, avrebbe dovuto riconsegnare l’opera.
E invece dopo poche settimane la stessa azienda, che pure ha sistemato le impalcature, ha portato i materiali e le betoniere, ha abbandonato l’intervento e l’amministrazione comunale ha aperto il contenzioso. Ma nel frattempo il cantiere è rimasto fermo, congelato, creando anche un evidente disagio dal punto di vista ambientale, oltre che igienico-sanitario. E ormai anche il progetto è superato: dopo cinque anni, risolto il contenzioso con una rescissione in danno del contratto, gli uffici hanno ritenuto necessario ripartire da zero per adeguare le carte alle nuove normative, ridisegnando il progetto definitivo e quindi l’esecutivo, con un inevitabile aggravio dei costi, visto che in cinque anni sono cresciuti i prezzi dei materiali.
A questo punto, se non ci saranno ulteriori problemi a settembre dovrebbe ripartire una nuova gara d’appalto, sfruttando i 600mila euro ancora disponibili dal vecchio incarico. In altre parole il cantiere non potrà riaprire prima di dicembre o inizio 2011, richiedendo almeno un anno di lavori. Per l’attuale amministrazione comunale si tratta dell’ennesimo scempio, dell’ennesima incompiuta ereditata dalla passata amministrazione, una spiacevole scoperta dopo quella del Museo del Mare.