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Foschi interviene su ‘caso’ porto e incarico Costantini

da Redazione

PESCARA – Il  capogruppo del Pdl Armando Foschi intervenendo sull’autocandidatura del consigliere regionale Costantini alla carica di Commissario straordinario del porto, dopo le dimissioni del Presidente Testa, ha affermato:

 il consigliere regionale Carlo Costantini già si sente in odor di candidatura alle regionali del prossimo anno e, salito in cattedra, si immola alla ‘causa’ del porto di Pescara e del dragaggio, pronto a dare lezioni a chi da tre anni fronteggia un’emergenza scontrandosi contro muri di gomma. E’ evidente che a questo punto dal problema tecnico si passa a quello politico: non vorremmo dover vedere qualche ombra dietro l’autocandidatura del consigliere Costantini alla carica di Commissario straordinario per il porto, non vorremmo dover ipotizzare accanto al consigliere Costantini la lunga ala protettrice dell’onorevole Antonio Di Pietro, leader dell’Italia di Valori, che come Ministro ai Lavori pubblici, nominò proprio l’attuale Provveditore Interregionale alle Opere pubbliche, responsabile del porto, lo stesso che, dopo aver trascinato per mesi il Comune di Pescara in una procedura di dragaggio lunga, farraginosa e impossibile, dai costi esorbitanti, ha poi improvvisamente voltato le spalle a Pescara e al suo porto in mezzo al fango. A questo punto non vorremmo dover pensare che, nominato Costantini Commissario, quel muro di gomma istituzionale frapposto tra Pescara e il dragaggio sia destinato a sbriciolarsi per rivelare, all’improvviso, inattese disponibilità finanziarie e soprattutto l’esercito del Provveditorato pronto a venire in soccorso del nostro porto.
Durante la fase di commissariamento affidata al Presidente Testa è stato più che evidente che il problema del dragaggio non era solo amministrativo o tecnico, ma era politico, lo abbiamo sempre sospettato, e oggi quei sospetti si stanno materializzando in qualcosa di più concreto e tangibile. Dopo le ultime vittorie elettorali alle ultime amministrative, l’Italia dei Valori si sente, evidentemente leader nel centro-sinistra, e il consigliere Costantini, l’unico rimasto fuori dal gioco delle cariche, dopo essere stato costretto a dimettersi dal Governo per la candidatura alla Regione e dopo la disfatta contro Chiodi, si sente ormai in odore di ri-candidatura alla Regione Abruzzo. E per guadagnare quel diritto sa che deve prima acquisire credito, non solo con le sue quotidiane denunce, ma compiendo ‘l’impresa’, e quale migliore occasione se non riuscire a risolvere il ‘caso’ del mancato dragaggio del porto canale. Impresa sicuramente non facile visto che quel mancato dragaggio è legato non a un’assenza di fondi, ma all’assenza di un interlocutore che dica in modo chiaro e inequivocabile come e dove smaltire i fanghi di risulta. Prima c’abbiamo provato ricorrendo alle indicazioni date proprio dal Provveditore Interregionale alle Opere pubbliche, portando in banchina i fanghi per lavorarli e smaltirli in discarica, utilizzando un congegno meccanico costosissimo per la lavorazione preliminare del materiale. Alla fine quella procedura è naufragata proprio per i costi elevati denunciati, guarda caso, dal centro-sinistra. Poi è arrivata la nomina del Commissario straordinario Testa, che aveva ricevuto rassicurazioni circa lo smaltimento in mare dei fanghi, ma il giorno stesso dell’inizio delle operazioni, la Procura dell’Aquila ha fermato tutta la procedura aprendo un’inchiesta. E il commissario straordinario si è ritrovato senza ‘poteri straordinari’, costretto a dimettersi dinanzi al muro di gomma istituzionale incapace di rispondere ai suoi continui solleciti, mentre intanto il porto ha continuato a insabbiarsi con l’economia portuale. Da più parti, a questo punto  si è sollecitata la nomina di un Commissario ‘tecnico’ e non ‘politico’ per tentare di infrangere quel muro di gomma e, invece, per tutta risposta, il consigliere regionale Costantini, ossia un politico, ha deciso stranamente di ‘immolarsi’ alla causa del porto, rivendicando la carica di Commissario e, ovviamente, i soliti poteri straordinari.  A questo punto ci chiediamo perché lo stesso Costantini non abbia mosso un dito prima, nei lunghi mesi trascorsi tentando di riuscire a sbloccare la situazione del porto, perché non sia intervenuto nei confronti dello stesso Provveditorato, perché non attivarsi prima per quella città, Pescara, che dice di amare anziché rivendicare prima la carica di Commissario. E’ evidente che il clima di strumentalizzazione politica che sta ruotando attorno alla vicenda del porto di Pescara non ci piace  e a questo punto valuteremo come maggioranza di governo al Comune di Pescara tutte le possibili azioni e iniziative da intraprendere per riaccendere i riflettori politici sul ‘caso’ e pretendere l’intervento del Governo per salvare il nostro porto.

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