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Foschi su delocalizzazione cementificio e Pd

da Redazione

PESCARA -Il  capogruppo del Pdl Armando Foschi commentando la nota a firma dei consiglieri Pd Corneli e Diodati ha detto che  il Partito democratico non vuole la delocalizzazione del Cementificio da Pescara,anzi  il centro-sinistra non ha mai tentato di impostare realisticamente un dialogo con la proprietà per spostare lo stabilimento dal territorio, né ha intenzione di farlo né tantomeno di sostenere la battaglia intrapresa dalla maggioranza di governo nell’esclusiva volontà di tutelare l’interesse del territorio.

Ha  ancora ricordato Foschi:

apprezziamo la sincerità dei due consiglieri Pd che, a differenza dei colleghi Del Vecchio e Di Pietrantonio, oggi hanno difeso la linea assunta già nel 2007 dall’ex governo di centro-sinistra che  firmò addirittura una convenzione con l’ex proprietà del Cementificio, la francese La Farge Adriasebina. Con tale convenzione l’amministrazione comunale ha sostanzialmente ‘preso atto degli effetti favorevoli della vasta integrazione dello stabilimento industriale, nonché del valore occupazionale, generato dalle attività e presenza della La Farge considerandoli utili per il tessuto sociale della città in quanto contribuiscono allo sviluppo di vasta area, nonché patrimonio relazionale da valorizzare’, e ancora, ‘l’amministrazione – come si legge nell’accordo sottoscritto -, nel ritenere che la presenza sul territorio comunale della società e la prosecuzione della sua attività d’impresa rappresentino elementi rilevanti per lo sviluppo economico e sociale della sua città e della sua provincia’ hanno fissato alcune ‘regole nei reciproci rapporti’, ovvero La Farge ha offerto la propria disponibilità a erogare un contributo ‘di 120mila euro lordi l’anno per 15 anni, a partire dal 2007, somma da erogare entro il 30 giugno di ogni anno, per la realizzazione di iniziative di grande rilevanza sociale, economica, culturale e ambientale’, importi da corrispondere mediante l’esecuzione direttamente o in qualità di committente, delle opere relative al progetto di riqualificazione. In altre parole: la passata amministrazione di centro-sinistra è sempre stata favorevole alla permanenza del cementificio a Pescara, alla ‘prosecuzione della sua attività sul territorio’, e in cambio ha ottenuto un contributo di 120mila euro l’anno per 15 anni. Oggi i due consiglieri Pd Corneli e Diodati, smentendo clamorosamente le affermazioni dei propri colleghi di partito come Di Pietrantonio che, ancora oggi ha dichiarato l’impegno del Pd per la delocalizzazione dell’impianto, hanno confermato la veridicità della volontà espressa nella convenzione, accusando, peraltro in modo disinformato, l’attuale maggioranza di ‘voler chiudere dalla sera alla mattina una fabbrica mettendo a rischio il futuro occupazionale dei lavoratori’. Così non è: innanzitutto già nel 2006 il Consiglio comunale di Pescara, su proposta dei consiglieri Fiorilli e Masci, ha approvato una mozione a favore della delocalizzazione, con l’impegno alla salvaguardia dei posti di lavoro, in sei anni scesi da centinaia di unità ad appena una settantina. Poi già tre anni fa l’assessore all’Ambiente Del Trecco ha aperto un dialogo con la proprietà del Cementificio, prima La Farge, poi Sacci Spa, avviando il ‘confronto tra le parti’ e manifestando la necessità di individuare un sito alternativo allo stabilimento, ormai incompatibile con un tessuto urbano cresciuto, con lo sviluppo demografico di Porta Nuova, con le accresciute esigenze di tutela della salute umana. Oggi, dopo tre anni di incontri, in cui la Sacci, pur manifestando la volontà di collaborare, ha anche ribadito le difficoltà economiche legate a una tale operazione, che richiederebbe investimenti per diversi milioni di euro, la giunta e il sindaco Albore Mascia hanno avuto l’occasione di dimostrare in modo concreto la propria posizione e hanno espresso parere ‘non favorevole’ al rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, un’occasione che per la verità ha avuto anche il governo di centro-sinistra che invece diede tranquillamente il proprio parere favorevole. Il centro-destra non si è nascosto dietro l’ipocrisia e ha deciso di avviare personalmente una battaglia per la delocalizzazione dell’impianto, pronti a impugnare dinanzi al Tar l’eventuale autorizzazione dell’impianto. Ma non abbiamo dimenticato i lavoratori, anzi abbiamo già manifestato la volontà di coinvolgere i sindacati per garantire la tutela di quei posti di lavoro, che però non possono diventare arma di ricatto per conservare il cementificio a Pescara. Onestamente dal Pd, il cosiddetto ‘partito del popolo’ ci saremmo attesi qualcosa di più, ovvero una difesa delle ragioni e degli interessi del territorio, e trovo vergognoso che si tenti di prospettare la volontà di una ‘speculazione’ dietro la posizione assunta dal centro-destra. Se il Pd cerca speculazioni, ci spieghi le ragioni di quell’accordo con il quale nel 2007 il centro-sinistra ha assentito alla permanenza del Cementificio a Pescara per altri 15 anni al prezzo di 120mila euro l’anno.

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