Arminio, nato e cresciuto a Bisaccia nell’Irpinia Orientale, poeta, giornalista e documentarista è una delle voci più conosciute e ammirate della poesia contemporanea ed è fondatore della “Paesologia”, la cosiddetta “disciplina inesistente ma indispensabile”. La paesologia- si legge nelle pagine iniziali di uno dei suoi libri ,”Terracarne” – è una via di mezzo fra l’etnologia e la poesia. Essa non è altro che il passare del corpo nel paesaggio e un passare del paesaggio nel corpo. E’ la scrittura che viene dopo aver bagnato il corpo nella luce di un luogo. E’ una disciplina fondata sulla terra e sulla carne.
L’ interesse e lo studio di Arminio per i piccoli centri, divenuti ormai invisibili, lo ha portato e lo porta ad attraversare la penisola e ad interessarsi in particolare del meridione italiano, completamente stravolto dalla scomparsa della civiltà contadina a vantaggio di una modernità che non ha apportato miglioramenti reali ma solo apparenti, con un susseguirsi di numerose contraddizioni.
L’incontro con Arminio, organizzato dall’Editore Lupi di Sulmona, vedrà la partecipazione insieme all’autore, di Antonio Secondo ideatore del progetto “Gotico Abruzzese” e di Rita Pasquali, maestra elementare che presto pubblicherà il suo primo romanzo con la Lupi. Ad introdurre Franco Arminio e la sua “etica della restanza” la scrittrice Valentina Di Cesare.
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