A Frate Crispino Valeri il Premio “Ambasciatori della fame”

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MANOPPELLO (PE) – Per Geremia Mancini Presidente onorario dell’Associazione: “Alle estreme propaggini occidentali dello Zambia, nelle regioni dell’alto corso del fiume Zambesi grazie al coraggio di un abruzzese Fra Crispino Valeri, nel 1971, un’intera popolazione trovò giovamento dalla costruzione di un ponte/pedonabile (lungo 300 metri) e centinaia di vite furono, grazie a lui, salvate.”

Quando, all’inizio del Novecento i frati cappuccini, arrivarono come primi missionari cattolici a installarsi nella regione era l’inizio del Novecento. Essi costruirono chiese, scuole, pozzi, dispensari e infrastrutture che funzionano ancora oggi. Nei pressi del villaggio di Chinyingi c’è un grandioso ponte pedonale sullo Zambesi costruito negli anni Settanta grazie alla caparbietà di un cappuccino di origini abruzzesi, Fra Crispino Valeri, nato a Raiano il 31 gennaio 1934. Prima di allora decine di persone erano affogate in quella zona nel tentativo di attraversare il fiume. All’indomani dell’ennesima disgrazia – l’affondamento di una zattera costato la vita a undici persone – quel missionario dalla lunga barba bianca fece un voto: avrebbe realizzato con le sue mani una passerella sospesa nel vuoto, per scongiurare altre tragedie.

«Non aveva alcuna competenza di progettazione», racconta un confratello. «Ma si mise d’impegno a studiare un manuale di ingegneria e con l’aiuto di cinque manovali recuperò travi di legno e cavi di metallo da una vecchia miniera. In cinque anni di lavoro portarono a termine questa grandiosa opera». Da allora questo ponte lungo trecento metri – superbo monumento alla tenacia dei missionari – ha salvato centinaia di vite umane. «Ancora oggi sembra restare sospeso nel vuoto per volere di Dio».

Ieri l’Associazione “Ambasciatori della fame” ha voluto consegnare al coraggioso Frate, presso il Santuario del “Volto Santo”, il giusto e meritato riconoscimento. Per Geremia Mancini Presidente onorario dell’associazione: “mai il riconoscimento di “Ambasciatore della fame” è andato a chi, più d’ogni altro, lo merita”. Un uomo come Frate Crispino che ha saputo, con modestia ed umiltà, costruire un ponte che è un monumento unico per grandezza umana merita di essere conosciuto ed indicato ad imperituro esempio.

Ancora oggi Fra Crispino dice: “Era il 1971 non sapevo come fare ma ero certo che ci sarei riuscito. E alla fine il ponte era lì davanti a me pronto a salvare vite umane. Ora sono vecchio e spero solo che quel ponte mi sopravviva !”

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