Merito della riuscita dell’evento va sicuramente al suo ideatore, Raffaele De Ritis che sin dalla prima edizione ha superato a pieni voti tutti gli esami più ostici in tema di apprezzamento da parte del pubblico, nonostante non sia stato facile far appassionare ad un genere poco pubblicizzato tra i media e in tv e quindi meno conosciuto. Grande disponibilità come sempre a rispondere ai quesiti che il nostro collega Massimo Giuliano ha sapientemente realizzato.
R – Beh che è stato un rischio e che mi ha fatto molto piacere perchè i rischi sono divertenti e poi perchè è una creazione, uno spettacolo che sta nascendo adesso. Prima di Pescara ha fatto due piazze e quindi Funambolika ha contribuito alla creazione e quindi poi porterà il nostro nome anche in giro per il mondo perchè avranno già molte date. Quello che mi ha fatto particolarmente piacere e che ho notato la reazione del pubblico che ormai è preparato a questi spettacoli quindi avevo paura ma in realtà forse in cinque anni, questo è il sesto, siamo riusciti un pò alla volta dando delle novità a preparare diciamo il pubblico di Pescara a qualcosa che magari in altri paesi del mondo è più accettato e quindi in Italia il pubblico pescarese ormai può essere considerato all’avanguardia nell’apprezzare prodotti non scontati che non hanno nomi televisivi. Riempire un teatro a pagamento con una promessa che non ha una rispondenza mediatica o televisiva vuol dire che il pubblico è primo intelligente, secondo è curioso e soprattutto riunisce tutte le età perchè è piaciuto ugualmente, pur non essendo uno spettacolo facilissimo, ai bambini agli adulti e quindi è un bello stimolo.
R – Anche questo spettacolo ogni anno è difficilissimo da mettere insime perchè ogni volta i più grandi artisti sono già venuti e quindi chi è rimasto? Quelli che sono rimasti sono impegnatissimi nei grandi casinò di tutto il mondo e infatti abbiamo corse tra tutti gli aereoporti per riuscire a portare assieme tutti gli artisti che poi devono subito ripartire.
Sullo spettacolo che conclude Funambolika è quello di Leo Bassi. De Ritis conferma l’esclusività dell’evento:
R – Leo Bassi manca in Italia da tantissimi anni anche se lui negli anni ’80 quando si era fermato per qualche anno a Milano aveva ispirato tutta una serie di cabarettisti che vanno dallo stesso Benigni a Paolo Rossi. Ha accettato di fare questo spettacolo “Utopia” in italiano che parla della crisi economica, quindi un umorismo molto corrosivo. Un mix fra teatro alto, comicità parlata, clown circense in un’esperienza indimenticabile.
[Foto di Raffaele De Ritis per sua gentile concessione]
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