In vantaggio 3-1, i gialloverdi sono stati superati in rimonta 3-5 dalla MGM 2000, salutando la competizione ai quarti di finale. Massimo Morena: «Grande rammarico, mai come questa volta dobbiamo incolpare noi stessi. Non usciamo a testa alta»
ORTONA – La Tombesi si è goduta poco l’atmosfera del PalaSavelli di Porto San Giorgio, addobbato a festa per le Final Eight di Coppa Italia di serie B. Il cammino degli abruzzesi si è infatti infranto al primo turno, contro i lombardi della MGM 2000, al termine di una partita che ha lasciato non poco amaro in bocca. Avanti 1-0 e poi raggiunti sull’1-1, i gialloverdi si sono riportati in vantaggio, andando al riposo sul 2-1, e poi allungando le distanze a inizio ripresa. Sul 3-1 (reti di Iervolino, Romagnoli e Masi) è però arrivata la rimonta degli avversari, bravi a rimanere in partita e a sfruttare le disattenzioni e gli errori della Tombesi. Già privato degli squalificati Bordignon e Moragas, mister Morena ha dovuto fare a meno, nel corso della ripresa, anche di Michele Iervolino, espulso per somma di ammonizioni. Ma non è stata lì, secondo il tecnico lancianese, la chiave della partita:
«No, anche perché nei due minuti di inferiorità numerica eravamo riusciti a difenderci bene e a non prendere gol, ma il 3-3 lo abbiamo subito comunque pochi secondi dopo, in parità numerica. È stata certamente una mazzata quel pari, poi tutto è diventato più difficile e alla fine siamo stati anche puniti per il nostro portiere di movimento. Le assenze di Bordignon e Moragas hanno pesato, più che sul piano tecnico, su quello dell’esperienza, perché una squadra esperta e smaliziata la partita di ieri l’avrebbe portata a casa. C’è stato un netto calo di concentrazione e di attenzione dopo il 3-1, abbiamo peccato di presunzione, pensando di averla già vinta sul 3-1, e ci siamo messi a giochicchiare, con leziosità e poca incisività. E invece le partite bisogna chiuderle, altrimenti alla fine rischi di perderle, come è successo. Naturalmente io per primo, come allenatore, mi assumo la responsabilità di quanto è accaduto, ma c’è davvero grande amarezza perché mai come questa volta dobbiamo incolpare noi stessi. Arrivare alle Final Eight era un obiettivo stagionale, eravamo contenti di esserci e non pretendevamo di doverle vincere a ogni costo, ma c’è modo e modo di uscire e noi, purtroppo, non siamo usciti a testa alta. Ora c’è un campionato da concludere e cinque partite da non sbagliare: la cattiveria, la concentrazione e il giusto atteggiamento non dovranno mai più mancare».