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“Ghetti”, domani la presentazione del libro di Goffredo Buccini online

da Redazione

ghetti goffredo-buccini

PESCARA – Il 25 Maggio, alle ore 10, Paolo Gambescia avrà il piacere di presentare “Ghetti“, il libro di Goffredo Buccini, giornalista ed editorialista del Corriere della Sera, ospite del progetto #INsegnalibro e del Premio Nazionale di Cultura “Benedetto Croce”.

Il lavoro del giornalista del Corriere della Sera sulle periferie e il futuro dell’Italia approfondisce le problematiche al centro di #INsegnalibro, progetto impegnato nella promozione della cultura e dell’inclusione sociale nei quartieri periferici pescaresi di Rancitelli, San Donato e Fontanelle.

L’incontro sarà introdotto da Giancarlo Zappacosta, dirigente settore Cultura Regione Abruzzo, e da Antonella Sanvitale, preside dell’ Istituto Tecnico Commerciale Aterno-Manthonè che ospita l’evento.

Durante la presentazione, i ragazzi dell’Aterno-Manthonè avranno spazio per animare la discussione con approfondimenti e domande.

Tutti sono invitati a partecipare, connettendosi alla piattaforma gratuita Cisco Webex attraverso il link e il codice di accesso:

  • Cisco Webex -> https://globalpage-prod.webex.com/join
  • Codice di accesso -> 842 482 282

Di seguio un piccolo assaggio delle tematiche trattate in Ghetti, pubblicato sul sito della casa editrice Solferino:

“Solo quando il conflitto sociale tra ultimi e penultimi è deflagrato, la politica ha cominciato a prestarvi attenzione: e soltanto perché alla miscela esplosiva di povertà e isolamento s’è aggiunta nel tempo la difficile integrazione degli immigrati, resa ancora più evidente da casi di cronaca come l’omicidio di Pamela Mastropietro, un anno fa a Macerata, o la tragica fine di Desirée Mariottini, in un palazzo di Roma abbandonato in mano a spacciatori africani. Dove non arrivava la visione strategica è arrivato il calcolo elettorale. Destra e sinistra per vent’anni non hanno neppure provato a intervenire seriamente, come se non fosse chiaro che le periferie (non solo geografiche) sono la vera trincea della democrazia. Le nuove forze populiste hanno infine evocato il problema, ma i primi atti del loro governo sembrano andare in senso contrario alla soluzione”.

TRAMA

In Italia si combatte ormai da anni una guerriglia civile tra cittadini dimenticati. Lo Stato sembra aver perso sovranità su vaste aree del territori nazionale: ghetti urbani dove tutto può accadere, buchi neri della nostra convivenza nei quali gli unici vincitori sono il degrado e la criminalità vecchia e nuova.

Solo quando il conflitto sociale tra ultimi e penultimi è deflagrato, la politica ha cominciato a prestarvi attenzione: e soltanto perché alla miscela esplosiva di povertà e isolamento s’è aggiunta nel tempo la difficile integrazione degli immigrati, resa ancora più evidente da casi di cronaca come l’omicidio di Pamela Mastropietro, un anno fa a Macerata, o la tragica fine di Desirée Mariottini, in un palazzo di Roma abbandonato in mano a spacciatori africani.

Dove non arrivava la visione strategica è arrivato il calcolo elettorale. Destra e sinistra per vent’anni non hanno neppure provato a intervenire seriamente, come se non fosse chiaro che le periferie (non solo geografiche) sono la vera trincea della democrazia. Le nuove forze populiste hanno infine evocato il problema, ma i primi atti del loro governo sembrano andare in senso contrario alla soluzione.

Si tratta di passare dalle parole ai fatti. Il futuro d’Italia si gioca a Scampia, Ostia, Corviale, Pioltello, allo Zen, nei Caruggi e alla Diga di Genova, al Moi di Torino, nelle case popolari controllate dal racket, nei quartieri che attendono bonifiche e infrastrutture mai realizzate.

Goffredo Buccini racconta la sua discesa nel lato oscuro del Paese: un viaggio da Nord a Sud fatto di storie drammatiche e personaggi memorabili; ma anche una serrata inchiesta, ricca di risvolti e dati inediti, che indaga sulle conseguenze dei roghi tossici per la salute, sui bambini mandati ad appiccare gli incendi perché non perseguibili, sui migranti – 600.000 «invisibili» – sfuggiti al nostro circuito d’accoglienza e sfruttati nel lavoro nero, sui nostri connazionali impoveriti che vivono in Italia ma si scoprono al di fuori dei suoi confini: quindici milioni di italiani «periferici».

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