LANCIANO (CH) – Mentre il tweet di Papa Francesco annuncia su “Sto arrivando in Brasile fra qualche ora e il mio cuore è già pieno di gioia perché presto sarò con voi a celebrare la XXVIII GMG” ed abbiamo negli occhi e nel cuore l’immagine del Pontefice alla partenza da Fiumicino con la sua borsa nera come” Uno di Noi” , cresce sempre più l’attesa per la Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà a Rio de Janeiro-BR dal 23 al 28 luglio 2013 in un clima gioioso di amicizia e fraternità, di preghiera e di evangelizzazione.Molti giovani italiani però non avranno la possibilità di andare fisicamente in Brasile e per questo le comunità parrocchiali, le associazioni giovanili e i movimenti ecclesiali in Italia saranno idealmente e concretamente collegati con tutti coloro che saranno invece presenti a Rio con papa Francesco.
Sarà proprio Culto e Cultura, nel pomeriggio del 27 luglio, a preoccuparsi della diretta della veglia e della trasformazione di piazza del Plebiscito in un piccolo villaggio grazie all’allestimento di stand a cura dei comuni partner di Culto e Cultura in Abruzzo (Bucchianico, Casalbordino, Chieti, Fara San Martino, Guardiagrele, Lanciano, Manoppello, Monteodorisio, Orsogna, Ortona, Roccamontepiano, Sulmona, Villa Santa Maria, Fondazione Arte Archeologia Cultura Vastese, Unione dei Comuni della Frentania e Costa dei Trabocchi), pensati per permettere ai giovani che affluiranno di conoscere il Cammino dell’Apostolo Tommaso, e di gustare pane e pizza caldi sfornati al momento grazie al coinvolgimento dei panificatori regionali aderenti a Fiesa Confesercenti.
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Anche se i destinatari sono anzitutto i giovani, è tuttavia ogni comunità cristiana ad essere coinvolta in questa esperienza come luogo di incontro nella preghiera e nel dialogo cominciando dagli adulti, preti e laici, che sono chiamati a dare il loro specifico e insostituibile contributo di servizio e di responsabilità.E’ importante che la GMG di RJO2013 sia sostenuta e animata dalla preghiera di coloro che impossibilitati per l’età o la malattia possono offrire la loro sofferenza come protagonisti della missione.
Il simbolo del Cristo del Corcovado sarà in qualche modo reso vivibile anche da noi.
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