La troupe cinematografica diretta dal regista pescarese Alessio Consorte è di nuovo al lavoro per ultimare le riprese de “Il Traghettatore 2”
PESCARA – La troupe cinematografica diretta dal regista pescarese Alessio Consorte è di nuovo al lavoro per ultimare le riprese del film “Il Traghettatore 2”, il sequel del fortunato documentario sulle origini della città di Pescara.
Il cast è affiancato anche da un gruppo di esperti geologi della TecnologiePM s.r.l. con a capo Massimo Pilone.
E’ stato lo stesso Consorte a voler coinvolgere fortemente i ricercatori dopo le ultime ed importanti scoperte archeologiche che sembrano destinare a cambiare la storia relativa ai primi insediamenti di epoca romana sviluppatisi nei pressi della foce del fiume Aterno-Pescara.
Le ultime rilevazioni effettuate portano a pensare ad un tracciato identico all’attuale Tiburtina Valeria, utilizzata dai militari e dai pastori durante la transumanza.
Un aspetto che gli studiosi non avevano mai preso in considerazione, dal momento che le carte stradali disegnate durante l’Impero Romano non riportavano elementi di certezza sull’esatta collocazione di questa importante via di collegamento..
Gli unici elementi finora a disposizione degli storici sono la tabula peutingeriana, e l’Itinerario Antonino risalenti tra il III e V secolo d.C.
Queste le prime dichiarazioni del regista con la passione per l’archeologia:
“La strada maestra, stante alle indagini che abbiamo effettuato mediante georadar, muta decisamente il suo percorso nel tratto che da Manopello Scalo termina a Piazza della Marina.
Parliamo di un segmento di circa 25 km, prevalentemente rettilineo e largo 4,5 mt. Le anomalie più volte rinvenute portano a pensare ad un setto stradale a forma di sella posizionato a -0,60 circa di profondità rispetto al piano asfaltato.
Un tracciato composto da materiale calcareo in forma ogivale con malte di allettamento superiori”.
Ritrovati anche alcuni basolati che andranno analizzati con attenzione, affidando il compito alla Soprintendenza ai Beni Archeologici d’Abruzzo.
Se tutto ciò venisse confermato ufficialmente, anche le tavole e le mappe utilizzate dagli imperatori romani avrebbero delle maggiori e precise indicazioni.
Un passo importante che mette in discussione le reali origini sui primi insediamenti urbani sorti nell’area pescarese.
(a cura di Bruno Barteloni)