Non mancano le ricordanze sull’Accademia S. D’Amico, le lezioni di scherma con Ammanniti, le incursioni in Questura, i tentativi di eludere il servizio militare, le corse in auto truccate, gli alloggi precari, i debiti, le donne. Successivamente la vita si apre ancora con il ricordo della famiglia, e’ in particolare di una zia amatissima persa per l’arte e l’opera lirica.
Non mancano mai i risvolti ironici e grotteschi del vivere il quotidiano, fatto di urgenze e necessità, i rilievi straordinari delle testimonianze autorevoli dei maggiori esponenti della Cultura Italiana, così come non vengono meno le opinioni, i gusti, le facezie e le grandezze di oscuri personaggi conosciuti in manicomio dopo il ritorno a casa.
Ancora il ricordo di Bene si amplifica sulla politica degli allora anni 60/70, sui giornalisti, sulla critica, sulla televisione, sulla vita miserrima delle abitudini famigliari degli italiani, sui colleghi Gassman, Albertazzi, Fo, Pasolini, sui poeti, Cardarelli, Montale, sugli scrittori, Arbasino, Bertolucci, Flaiano, su chi più ne ha più ne metta.
Una prosa acutissima, una verve comica graffiante e a tratti spassosa, una ironia e una premonizione intellettuale assolutamente fuori dal comune, caratterizzano queste numerose pagine di Carmelo BENE, tanto che il TEATRLABORATORIUM 27 AIKOT ne ha realizzato 8 Recital, che, appena dopo la sua morte, hanno dato vita a indimenticabili serate BENIANE, uniche in Italia, insieme all’ascolto dei pezzi scenici più importanti della sua inimitabile carriera: Hamlet suite, Canti Orfici, Quattro modi diversi per morire in versi, Manfred, Lectura Danctis, Salome’, e letture diversificate del Mal de’fiori edito da Bompiani.
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