Teramo

Giulianova, nell’ex Colonia Rosa Maltoni Mussolini una casa di soggiorno climatico

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L’INPS ha avviato le  procedure per riconvertire la struttura in residenze appositamente pensate per il mercato della “terza età”

GIULIANOVA (TE) – Buone nuove relativamente alla ex Colonia “Rosa Maltoni Mussolini”, l’imponente complesso sul lungomare Zara nord suddiviso in quattro corpi di fabbrica, con una superficie coperta di circa 40.000 mq., nato nel 1936 come una delle struttura talassoterapiche più importanti realizzate all’epoca dall’INAM, poi ENAM, l’Ente Nazionale Assistenza Magistrale soppresso nel luglio 2010 con subentro prima dell’INPDAP e poi dell’INPS, che è tuttora l’ente proprietario.
“Ebbene proprio l’INPS – annuncia il sindaco Francesco Mastromauro – lo scorso 10 luglio ha concluso la prima operazione di apporto al Fondo i3-Silver, gestito da Invimit SGR, dei primi due asset immobiliari selezionati per essere riconvertiti a “senior housing” secondo un nuovo modello residenziale che si sta sviluppando solo oggi in Italia per rispondere alle esigenze di carattere sociale e demografico del mercato della terza età.

Uno è il Lido Alberoni a Venezia Lido e l’altro è proprio il complesso ex colonia “Maltoni Mussolini” di Giulianova sul quale verranno subito avviate le attività di progettazione finalizzate alla riconversione della struttura in residenze appositamente pensate per il mercato della “terza età” dotate di una serie di servizi collettivi in grado di coniugare le esigenze di indipendenza con quelle di socialità ed assistenza.

Invimit – prosegue il sindaco – prevede di realizzare investimenti per la valorizzazione degli immobili per circa 24,6 milioni di euro, dotandoli così di una nuova vita e permettendo la loro reintegrazione nei rispettivi tessuti urbani. Una operazione, questa dell’INPS, che finalmente si misura sul piano della concretezza e che consentirà di restituire nuova vita ad un complesso pur pregevole ma dal 1992 inutilizzato e poi rimasto in condizioni di abbandono e di degrado nonostante i tentativi di ristrutturazione, sollecitati negli anni seguenti, che però, per una serie di problematiche di natura tecnico commerciale, non andarono a buon fine.

Certo non si è trattato di un iter semplice.

Della questione mi ero occupato già in precedenza, con la prima richiesta di recupero inoltrata il 1 marzo 2011 a Valeria Vittimberga, allora direttore generale preposta alla Direzione Centrale Approvvigionamenti e Provveditorato dell’INPDAP, cui altre ne seguirono. Ma è stato soprattutto il 10 settembre del 2013 che è iniziato un importante percorso di condivisione con l’INPS sul futuro del complesso.

In quel giorno, infatti, dopo le mie richieste e sollecitazioni incontrai i vertici dell’Istituto previdenziale, nell’ordine il dirigente generale del credito e del welfare Maurizio Manente, il dirigente dell’ufficio strutture sociali Cristian Amato e, ancora, Gennaro Langella, coordinatore centrale per la consulenza tecnico-edilizia, Alberto Scuderi, dirigente generale regionale per l’Abruzzo, il dirigente Giuseppe Ferrigno, il direttore provinciale di Teramo Domenico De Fazio e Michele Giannitto del coordinamento tecnico-edilizio per l’Abruzzo. Ne scaturì proprio la volontà di dare gambe al recupero ed alla valorizzazione del grande complesso facendone appunto un polo di rilevanza nazionale con funzione sociale. Quello che oggi appare quindi non più un auspicio ma direi proprio una prospettiva concreta”.

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