GIULIANOVA (TE) – Domenica 9 Giugno 2013, alle ore 18.00, presso la Sala Buozzi di Giulianova Alta, si terrà la presentazione del libro “Mi avevi chiesto di fermarmi qui”, scritto da Alessandra Angelucci e pubblicato dalla Duende Edizioni. Sarà presente l’autrice. Interverranno per l’occasione Simone Gambacorta, critico letterario e Segretario del Premio Teramo, e l’attrice Vanessa Dezi che, da qualche anno, conduce una ricerca personale ed avvincente sulla lettura scenica, rivolta ad un pubblico in ascolto. A moderare l’incontro sarà la giornalista Azzurra Marcozzi. Conosciuta ai più come giornalista e manager culturale, Alessandra Angelucci è nata a Giulianova, dove attualmente vive. È figlia d’arte, è cresciuta fra i colori, le tele dipinte e l’inconfondibile profumo delle tempere vive. La stretta vicinanza al mondo artistico e ad ogni sua forma d’espressione la porta a laurearsi in Lettere presso l’Università degli Studi dell’Aquila e a specializzarsi in Management Culturale presso la LUISS di Roma. Grazie alla sua prima intervista a Dario Fo, realizzata per la stesura della sua tesi in drammaturgia, si accosta al mondo della carta stampata, diventando giornalista pubblicista.Di recente è stata ospite con l’antologia “Disequitalia”(Ciesse ed.) al Festival Nazionale della Letteratura di Giulianova e al Rosadonna Festival delle Eccellenze Femminili d’Abruzzo di Pescara.
Per diversi anni scrive per riviste di settore («L’Urlo», «Forum Artis», «Tesori d’Abruzzo»), organizza e cura mostre d’arte in Italia e all’estero. Dopo un’esperienza come direttore responsabile del mensile d’informazione locale «Lo Strillone» e di conduttrice sull’emittente regionale abruzzese TV6, oggi è docente di Lettere, critico d’arte e, per la Sezione Cultura, scrive sul quotidiano «La Città».
“Mi avevi chiesto di fermarmi qui” è il suo primo libro di poesie che si articola in quattro sezioni: “Tra cielo e foglie”, “Sulla Terra”, “L’amore, la fragola”, “Al di là”.
Come scrive nella prefazione il critico Simone Gambacorta, «Alessandra Angelucci si misura con un atto di ricognizione che vuol passare in rassegna gran parte della costiera dei temi e delle tonalità che possono costellare un’esistenza. Con un dettato ancora memore delle estenuazioni e degli inabissamenti cui un verso – un verso che davvero possa dirsi sentito – costringe chi voglia scriverlo, e con le striature di una malinconia che coagula in sé un particolare sentimento della vulnerabilità di chi vive, e della friabilità dell’innocenza, Alessandra Angelucci offre alla chimica delle trasfigurazioni e delle metafore lo scandirsi di una personalissima lettera al tempo».