Giuseppe Fiorello il 2, 3, 4 dicembre al Teatro Primo Riccitelli di Teramo

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Terzo appuntamento con la Stagione di Prosa 2015/2016 della Società della Musica e del Teatro Primo Riccitelli

TERAMO – Lo spettacolo di Giuseppe Fiorello e Vittorio Moroni sarà a Teramo il 2, 3 e 4 dicembre. L’appuntamento rientra nel cartellone della Stagione di Prosa 2015/2016 della Società della Musica e del Teatro Primo Riccitelli.

“Penso che un sogno così….” con la regia di Claudio Boccaccini e le musiche eseguite dal vivo da Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma avrà due repliche: primo appuntamento questa sera alle 21, quindi giovedì 3 dicembre sempre la sera e il 4 venerdì dicembre alle ore 17.

Dopo il grande successo della miniserie televisiva sulla vera storia di Domenico Modugno, Beppe Fiorello, regala agli spettatori emozione pura in uno spettacolo in cui canzoni, aneddoti e racconti riportano direttamente alle atmosfere magiche degli anni ’50. Fiorello racconta del padre, un uomo che desiderava fare un mestiere diverso e lo confronta con sé e con Modugno, rivivendo momenti indimenticabili, scoprendo il bambino, timidissimo e pieno di paure, proprio come quando decise di affrontare il ruolo da protagonista della miniserie. Canta tutti i successi con la sua sensibile interpretazione e la forte e una voce bella e profonda che non fa rimpiangere quella del grande Modugno, così simile a tratti anche più sfumata di quella dello stesso Modugno. Somigliante anche nei gesti e fisicamente Fiorello fa rivivere Modugno in maniera meravigliosa: la sua energia e passione commuovono sempre. Racconta di Franca, la moglie dell’artista, che lo accolse in quella grande casa piena di premi e ricordi; e gli donò la giacca che Modugno indossò al festival di Sanremo, con la canzone “Ciao ciao bambina”. Fiorello regala un’ora e quaranta di piacere con tutti i successi, le storie i dialetti fra pugliese e siciliano.

Giuseppe Fiorello così si descrive: “Salgo a bordo del deltaplano delle canzoni di Domenico Modugno e sorvolo la mia infanzia, la Sicilia e l’Italia di quegli anni, le facce, le persone, vicende buffe, altre dolorose, altre nostalgiche e altre ancora che potranno sembrare incredibili. Attraverso questo viaggio invito i protagonisti della mia vita ad uscire dalla memoria e accompagnarmi sul palco, per partecipare insieme ad un avventuroso gioco di specchi”.

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