Ispirato al protagonista con cui Remo Rapino ha vinto il Premio Campiello andrà in onda su Rete 8 il 26 marzo alle ore 22
LANCIANO – Domani, venerdì 26 marzo, alle ore 22, andrà in onda su Rete 8, in prima tv assoluta, “Gli occhi di Liborio”, docufilm sul protagonista del romanzo “Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio” (minimum fax) dello scrittore Remo Rapino, vincitore del Premio Campiello 2020. Il programma sarà trasmesso anche in diretta streaming all’indirizzo www.rete8.it/canali-tv/rete8/.
Il film nasce da un’idea del direttore di Rete 8, Carmine Perantuono, in collaborazione con l’Agenzia Scribo di Nicoletta e Giuseppina Fazio, ed è stato realizzato con la regia di Antonio D’Ottavio, con il supporto di Alessandro Lanci, cui si devono le riprese aeree di Lanciano – città di Liborio, seppur mai nominata nel romanzo – e con la partecipazione dell’autore stesso. Il tema musicale del film è stato gentilmente concesso dal compositore e musicista Davide Cavuti.
Rete 8 ha accolto l’invito dell’Agenzia Scribo di riproporre, all’interno del film, il ciclo di letture dedicate al libro, pubblicate sulla pagina facebook dell’agenzia nei mesi di gennaio e febbraio, che hanno visto protagonisti attori e scrittori abruzzesi, ognuno dei quali ha interpretato un estratto da un capitolo diverso. I lettori d’eccezione sono: Rossella Mattioli, Edoardo Oliva, Pina Allegrini, Marcello Marciani, Gabriele Tinari, Domenico Galasso, Annalica Casasanta, Cristian Zulli, Milo Vallone, Giacomo Vallozza, Rolando D’Alonzo, Domenico Turchi e Dario Rapino. Inoltre, saranno proposte delle trasposizioni in dialetto di brevi estratti del romanzo, curate da Mario Cavallo, Fabio Celenza, Giuseppe Mascitelli, Giancarlo Rago e Cesare Romani, accompagnate anche da un video di Alessandro Lanci, che compare nel trailer di “Gli occhi di Liborio”, prodotto in collaborazione con l’attore Silvio Sarta.
Il docufilm si propone di essere un progetto culturale di ampio respiro, nel quale le immagini della città e gli interventi di Remo Rapino, alternandosi alle letture, si fanno essi stessi voce e racconto, traccia della città reale o immaginifica descritta e vissuta da Liborio, e osservata attraverso gli occhi del protagonista, – refrain, quest’ultimo, modulato nel romanzo con il garbo e l’incanto del poeta che Rapino è, anche nella prosa – “uguali uguali” a quelli di suo padre.