L’AQUILA – “La ricostruzione dell’Aquila e del cratere è una questione nazionale. Chi se ne occupa come me, per far sviluppare il territorio e non per frenare, lo fa con la consapevolezza di lavorare per una questione che valica i confini locali. Altro che collegio elettorale”.
Questa la risposta della senatrice Stefania Pezzopane all’onorevole Brignone, che nei giorni scorsi ha presentato un’interrogazione sul Gran Sasso.
“La deputata Brignone ha mai messo piede a L’Aquila? Ha respirato l’aria che stiamo respirando dal 6 aprile? Lo sa quanti giovani cercano lavoro e quanti disoccupati e cassintegrati ci sono? È’ mai stata a Campo Imperatore e ad Assergi a parlare con gli operatori? Ha mai incontrato gli amministratori locali? O si è limitata a scopiazzare qualche velina inviata da chi sta comodamente a casa a pontificare?
Sì, mi occupo del mio collegio -prosegue la senatrice– dell’Aquila e dell’Abruzzo e continuerò a farlo, anche per difendere questo territorio da chi ogni tanto si alza la mattina e racconta di noi cose che non stanno né in cielo né in terra. Lobby ed interessi contrari a quelli di questa terra.
Forse la collega marchigiana non si è accorta che questo territorio sta cercando faticosamente di recuperare non solo il patrimonio edilizio e culturale, dopo il terremoto, ma che ce la sta mettendo tutta per dare una spinta alla sua economia e al rilancio delle attività produttive.
Valorizzare il Gran Sasso equivale a far vivere la nostra montagna, ad attrarre turismo, non solo montano ed invernale, a dare una boccata d’ossigeno alle attività produttive e agli operatori economici.
Il Piano d’area del Gran Sasso prevede progetti importanti, la ristrutturazione dell’albergo storico e dell’ostello di Campo Imperatore; le opere di urbanizzazione primaria come fogne, illuminazione, acqua e depuratore; la sostituzione delle Fontari; il ripristino ambientale del vecchio tracciato Fontari; la cabinovia di collegamento Fossa di Paganica-Scindarella; la seggiovia Fossa di Paganica; la cabinovia Montecristo.
Un pian approvato dal Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, che tiene conto dello sviluppo sostenibile della montagna, come d’altronde è accaduto e accade in altre regioni d’Italia, che hanno fatto dello sviluppo della montagna il loro punto forte.
Non è impedendo l’ammodernamento degli impianti sciistici che risolleveremo le sorti di questo territorio e chi lavora e vive qui da anni ne è consapevole. Impedire la realizzazione del progetto forse risponderà a logiche partigiane, che di certo non hanno a cuore lo sviluppo del nostro territorio”.
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