POPOLI (PE) – Riceviamo e pubblichiamo la nota dei consiglieri comunali di Popoli Prima Mario Lattanzio e Vanessa Combattelli:
“Scatta il codice rosso per il reparto di Chirurgia dell’Ospedale civile di Popoli: a partire dal primo agosto anche il secondo chirurgo, il professor Navarra, lascerà la struttura, avendo optato per il trasferimento all’ospedale de L’Aquila, ovvero tra due giorni tutte le attività di sala operatoria dovranno essere sospese, essendo rimasti in servizio solo 3 chirurghi effettivi e un’endoscopista. Tradotto, il previsto e preannunciato smantellamento del nosocomio determinato dal Decreto Lorenzin, applicato alla lettera dal Governatore D’Alfonso, sarà effettivo, e anche prima del tempo. Una vergogna che non consentiremo: se entro poche ore il manager della Asl Mancini non disporrà la sostituzione dei due chirurghi che si sono trasferiti con altre due figure professionali di pari livello, al fine di garantire la continuità delle attività operatorie, andrò personalmente alla Procura della Repubblica per depositare un esposto, perché è evidente che qui è in ballo la salute e la tutela della popolazione. E invito il sindaco Galli e i sindacati a sottoscrivere con noi l’esposto”. La denuncia è arrivata dai consiglieri comunali di Popoli Prima Mario Lattanzio e Vanessa Combattelli, appena appresa la notizia inerente l’effettiva chiusura del reparto di chirurgia.
“Praticamente siamo all’atto finale – hanno detto i consiglieri Lattanzio e Combattelli -, esattamente come avevamo previsto e preannunciato quando il Governatore D’Alfonso e l’assessore Paolucci hanno messo la propria firma su quell’atto che chiamano ‘Piano di Riordino della Rete Ospedaliera’, ma che si legge ‘Piano per la distruzione dell’ospedale di Popoli’. A partire da lunedì primo agosto il reparto di Chirurgia chiuderà i battenti e fermerà ogni attività: dopo l’abbandono, nei mesi scorsi, di un primo chirurgo, da lunedì anche il professor Navarra lascerà Popoli per essersi trasferito a L’Aquila, il che significa che da lunedì i soli tre chirurghi in servizio non solo non potranno più eseguire gli interventi di emergenza, sospesi da tempo così come le attività operatorie del pomeriggio, ma non potranno più neanche effettuare gli interventi programmati, perché sono in numero insufficiente secondo la stessa normativa europea che impone la presenza in sala operatoria di almeno due chirurghi, quindi le sale chiuderanno tra due giorni. E questa ennesima chiusura si aggiungerà a quella del Pronto Soccorso, destinato a essere soppresso con l’applicazione esecutiva del Decreto Lorenzin, ma che di fatto già oggi di pomeriggio e di notte non tratta le urgenze, ma garantisce solo i trasferimenti verso Pescara proprio perché dal pomeriggio non ci sono chirurghi in reparto. A questo punto è ora di ribellarsi, di dire basta a un Piano che sta devastando la nostra sanità e il nostro ospedale: è di stamane la notizia che il sindaco Galli intende proporre un ricorso al Tar contro l’applicazione del Decreto Lorenzin, bene visto che lo avevamo chiesto noi con un’interrogazione. Oggi occorrono azioni politiche e amministrative forti e concrete, ovvero: chiediamo al sindaco Galli di andare subito dal Direttore generale della Asl Armando Mancini e pretendere l’immediato ripristino delle due figure professionali chirurgiche oggi venute meno, individuando subito nella pianta organica due medici, di pari livello, da trasferire nel nosocomio di Popoli, ma questo non tra un anno, ma già da lunedì primo agosto, perché oggi si sta mettendo concretamente a rischio la vita dei cittadini e qualcuno se ne assumerà la responsabilità. Se il manager dovesse rispondere picche – hanno aggiunto i consiglieri Lattanzio e Combattelli – invitiamo il sindaco Galli a venire con noi in Procura per sottoscrivere l’esposto che andremo a depositare contro questo Piano machiavellico che pensa di poter distruggere in silenzio la nostra assistenza sanitaria-ospedaliera. E invito anche i sindacati a sottoscrivere il nostro esposto, mentre avvieremo una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini, anch’essi spaventosamente silenti rispetto alla chiusura del nostro ospedale che invece riguarda tutti”.