ORTONA – 9 Chiocciole, 8 Bottiglie, 4 Monete, 33 Top Wine: questi i riconoscimenti assegnati in Abruzzo e Molise dalla Guida Slow Wine 2025, disponibile dal 23 ottobre in libreria e sullo store online di Slow Food Editore.
Unico caso tra le pubblicazioni di settore, la quindicesima edizione è una guida corale, realizzata da 252 collaboratori che visitano tutte le cantine recensite, tratteggiando così uno spaccato aggiornato e puntuale del panorama vitivinicolo italiano contemporaneo di qualità.
Due le novità importanti di quest’anno: tutte le aziende recensite non praticano il diserbo chimico, mentre con i Best Buy, che sostituiscono il riconoscimento del Vino Quotidiano, la guida segnala una selezione di Top Wine che, nelle rispettive denominazioni e tipologie, offrono un prezzo eccezionale. La prima scelta è un messaggio politico forte, che rispecchia il Manifesto per il vino buono, pulito e giusto e quanto Slow Food sostiene da tempo contro l’uso della chimica di sintesi e, in particolare dei pesticidi, nelle colture, oltre che un ulteriore passo verso la costruzione di un rapporto sempre più armonico con la natura; mentre la seconda risponde a un’esigenza del mercato, dando una soluzione più in linea con i tempi e utile per i lettori che cercano un riferimento per orientarsi nel mondo della vitivinicoltura pulita e sostenibile.
L’Abruzzo e il Molise visti da Slow Wine
L’Abruzzo è spesso descritto come un territorio dal carattere duale, che unisce l’anima montanara a quella marittima. La sua diversità geografica si riflette in una tradizione vinicola altrettanto variegata e affascinante, che si fonda su due vitigni autoctoni di grande pregio e sulla classica triade Trebbiano, Montepulciano e Cerasuolo d’Abruzzo, cuore pulsante dell’enologia abruzzese, che si esprime in numerosi stili e interpretazioni, capaci di soddisfare ogni palato e portafoglio. L’Abruzzo del vino è una realtà complessa e stratificata, dove convivono grandi cooperative con una lunga storia alle spalle, tenute di medie dimensioni che hanno contribuito a portare il nome della regione nel mondo, e piccole aziende agricole che rappresentano il nuovo fermento creativo del territorio.
Queste ultime, in particolare, si distinguono per un approccio spesso radicale e sperimentale, sposando pratiche di coltivazione biologica e biodinamica, in linea con una crescente sensibilità verso la sostenibilità. Queste ultime due stagioni hanno lasciato pochi dubbi su quale sia la principale sfida da affrontare in futuro: il cambiamento climatico. L’annata 2023 è stata segnata da condizioni climatiche difficili, con piogge incessanti tra maggio e giugno che hanno messo a dura prova i vigneti, specialmente nel Chietino, causando perdite significative a causa della peronospora, con danni che hanno toccato anche l’80 per cento del raccolto. L’annata 2024, al contrario, ha visto un ritorno a una condizione di siccità e stress idrico ormai perenne. La mancanza d’acqua sembra la vera preoccupazione, e non solo per l’Abruzzo.
Per contrastare le temperature medie sempre più elevate è chiaro il trend di cercare nuove posizioni in altura, esposizioni più fresche, o in alternativa modificare la gestione del verde, con le rese o in vendemmie scalari, lavorando anche sulla tradizionale pergola abruzzese. Chi ragiona in un’ottica a lungo termine si orienta verso un approccio olistico che punta a rafforzare la vite, incrementare la biodiversità, la vitalità dei suoli e, più in generale, a stabilizzare le forze interconnesse dell’ecosistema vigna. Di certo, oggi in vigna l’imprevedibilità del clima richiede conoscenza, sensibilità, prontezza e il coraggio di correre rischi, specialmente per chi rifiuta facili scorciatoie chimiche.