L’evento di danza in programma il 14 e 15 aprile. In programma laboratorio hip hop, workshop e concorso coreografico
L’AQUILA – Sabato 14 e domenica 15 aprile torna a L’Aquila l’Hip Hop Festival Abruzzo l’evento di danza diventato ormai un riferimento nazionale nel panorama dell’hip hop italiano e fonte d’ispirazione per più di 2000 ballerini che ogni anno arrivano nel capoluogo abruzzese per condividere passione ed energia con altri ragazzi.
Giunto alla sua undicesima edizione, l’HHF è organizzato da Alice Cimoroni, ballerina professionista, insegnante di danza e coreografa del New Vibe Studio Aq.
“Uno dei motivi del successo dell’HHF, che viene supportato a livello nazionale nello scenario hip hop ed è meta ambita per molti ballerini coreografi, è la qualità dei programmi proposti”, spiega la Cimoroni.
Il programma delle due giornate prevede, per entrambe le mattine presso la Palestra Sporting Center in via B. Vecchioni n.12, il laboratorio hip hop con Simone Costantini, in arte MX, fondatore della storica crew italiana Double Struggle; poi workshop con professionisti del settore tra i quali Kerrie Milne da Dublino e Patrick Soediono da Eindhoven.
“Il laboratorio all’interno di un evento è una novità assoluta in Italia – dice ancora l’organizzatrice dell’HHF – ha una durata di quattro ore e si rivolge a tutti i ballerini che hanno voglia di migliorare il proprio ‘attitude’, scoprire nuove forme di espressione corporea, nuove linee, dinamiche, avere una visione più completa della cultura hip hop ripassando aspetti storici della ‘knowledge'”.
Il sabato pomeriggio, presso l’Area Sport della frazione di Monticchio, in via Rodolfo Volpe, andrà in scena il concorso coreografico: ballerini di tutte le fasce di età, dai 6 anni in su, saliranno sul palco a esibirsi di fronte al pubblico e a una giuria di specialisti.
“Si tratta del momento più emozionante per chi partecipa, si sale sul palco con una carica esplosiva che è testimone di quanto quest’arte, la danza, faccia bene a chi la pratica e a chi può prenderne parte – conclude Cimoroni – Non si tratta infatti di una disciplina sportiva: la danza può essere considerata strumento privilegiato per cercare di apportare una crescita culturale nel tessuto sociale della città”.