Il vicesindaco Berardino Fiorilli commenta il ‘caso’ di Toyo Ito
PESCARA – Nessuna proposta di acquisto per lo Huge Wineglass dell’architetto Toyo Ito da parte dei musei di Berlino o di Monaco e quindi l’opera è destinata a rimanere in piazza Salotto nell’ attesa che vengano chiuse le fasi peritali ordinate dal Tribunale di Pescara per individuare le cause del cedimento del manufatto.
Il vicesindaco del Comune di Pescara Berardino Fiorilli dopo aver incontrato stamane il giornalista e critico d’arte Luca Beatrice dinanzi al monumento si è espresso così a riguardo:
Il critico Beatrice ha avuto parole molto schiette e sincere in merito al ‘calice’ di Toyo Ito, un parallelepipedo realizzato in polimetilmetacrilato che non si è mai integrato nel tessuto urbano circostante, restando una struttura decontestualizzata, soprattutto Beatrice ha chiarito anche in modo definitivo che quel cubo di forma rettangolare non può essere considerato un’opera d’arte, ma piuttosto va giudicata come la realizzazione di un architetto.
Tali affermazioni naturalmente non hanno fatto altro che confermare le tesi dell’attuale governo cittadino che non ha mai condiviso quell’opera, specie considerandone i costi e le conseguenze e attraverso il vicesindaco esprime ancora una volta il proprio disappunto:
E oggi ci spiace che ancora l’immagine della città venga accostata a un manufatto che si è rotto dopo appena 64 giorni dalla sua installazione, ci spiace che quella struttura debba ancora restare nel cuore della città, in piazza Salotto, ma purtroppo prima di assumere qualunque decisione in merito alla sua futura sistemazione dobbiamo ancora attendere l’esito delle perizie ordinate dal Tribunale per individuare la causa del cedimento strutturale del ‘calice’.
Fiorilli poi continua illustrando le intenzioni dell’amministrazione:
Una volta chiusa la fase peritale e dopo che il Tribunale avrà rimesso l’opera a disposizione dell’amministrazione, decideremo come muoverci: di sicuro il ‘bicchiere’ verrà spostato da piazza Salotto per restituire ai pescaresi uno spazio vitale che da sempre è stato simbolo di aggregazione e ritrovo; a quel punto potremmo decidere di effettuare un’asta pubblica per la vendita del ‘calice’ o di sistemarlo comunque in un luogo al chiuso, al riparo da eventi meteorologici.
Sicuramente sino a oggi non abbiamo ricevuto offerte dal Museo di Berlino, né di Monaco, né da qualsivoglia altro Ente museale per l’acquisto del parallelepipedo. Semmai dovessero arrivare, ovviamente, valuteremo anche quelle offerte.