“Occorre snellire le norme procedurali per la manutenzione dei corsi d’acqua, potenziare i servizi geologici in tutte le regioni, istituire i presidi territoriali geomorfologici e idraulici, assicurare fondi per la manutenzione ordinaria e straordinaria per la difesa del suolo, avviare una politica di rilancio dell’agricoltura”
Vittorio d’ Oriano, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi ha affermato, al termine del vertice svoltosi qualche giorno fa in Liguria e del sopralluogo in Toscana:
alluvioni e frane continuano a mettere a nudo le fragilità del territorio italiano. La Liguria e la Toscana questa volta, contano i propri morti, conseguenza di scelte politiche errate, ma anche di disinteresse, di un quadro normativo farraginoso e di sovrapposizione di competenze che nel tempo hanno portato praticamente alla paralisi sull’esecuzione degli interventi, all’abbandono del territorio ed alla conseguente perdita di controllo della sua gestione.
Dalla Liguria, alla Toscana, all’Abruzzo, al Veneto, alla Campania, alla Calabria, alla Sicilia, al resto d’Italia emerge sempre più la necessità di cambiare rotta attuando una politica diversa. Territori tanto belli quanto ribelli. Territori che dall’agricoltura hanno avuto lunghe fasi di ricchezza che pian piano si sono affievolite fino al lento abbandono e con loro la gestione di corsi d’acqua, dei canali, delle strade di servizio ai fondi, ecc. La conseguenza? incendi, frane e alluvioni.
Durante il tavolo tecnico svoltosi in Liguria e proposto dal Consiglio Nazionale dei Geologi ed al quale hanno preso parte anche i rappresentanti degli ordini regionali dei geologi della Liguria e della Toscana, i rappresentanti dei dipartimenti di Protezione Civile Nazionale e della Regione Liguria, il Presidente della Provincia della Spezia Marino Fiasella, sono state esaminate le cause di innesco dei dissesti idrogeologici e si è discusso delle iniziative da porre in atto per evitare o almeno limitare, in futuro, il ripetersi di eventi come quelli degli ultimi giorni. Presente la Commissione Protezione Civile del CNG (Michele Orifici, Giuseppina Nocera, Eugenio Di Loreto, Fabio Parmeggiani, Nicola Tullo).
I dissesti in generale sono aspetti propri anche se eclatanti, dell’evoluzione della crosta terrestre. I versanti abbandonati dall’agricoltura – ha affermato Giuliano Antonielli, geologo ligure e consigliere nazionale – senza più controllo e senza vigilanza, sono diventati luogo ideale di innesco delle frane. A questo si aggiunga l’ampliarsi indiscriminato delle superfici urbanizzate, che spesso hanno ristretto in budelli inconsistenti torrenti che per energia e variazioni improvvise di portata avrebbero necessità di ben altro spazio, quando non hanno occluso le vie di recapito a mare o nel ricettore principale. La manutenzione dei corsi d’acqua non può né deve limitarsi al taglio della vegetazione delle aree, ripararli ma deve intervenire intelligentemente per ripristinare l’efficienza e le dimensioni delle sezioni idrauliche che oggi appaiono ristrette dal sovralluvionamento che una politica dissennata e ignorante di fatto oggi, rende impraticabile nonostante che questa sia fra le ragioni principali delle esondazioni.
Il messaggio che parte dal tavolo tecnico riguarda la necessità di preparare il territorio a saper e poter sopportare eventi climatici improvvisi e violenti.
Occorre snellire le norme procedurali per la manutenzione dei corsi d’acqua – ha dichiarato Michele Orifici, Presidente Commissione Protezione Civile del CNG – creare ovvero potenziare i servizi geologici in tutte le regioni, istituire i presidi territoriali geomorfologici e idraulici, assicurare fondi per la manutenzione ordinaria e straordinaria per la difesa del suolo, avviare una politica di rilancio dell’agricoltura. Queste le proposte per una legge organica del territorio.
Contestualmente il tavolo tecnico si è soffermato sugli importanti aspetti riguardanti la pianificazione di protezione civile comunale e intercomunale rilevando nell’ottica della salvaguardia della popolazione e di una corretta gestione del territorio, l’importanza della valutazione in dettaglio dei rischi idrogeologici, della individuazione e attuazione di misure preventive per la loro mitigazione, dell’informazione dei rischi incombenti, dei sistemi di allertamento e dei comportamenti da tenere in caso di allarme.
Il Consiglio Nazionale dei Geologi da tempo, ha avviato una interlocuzione con i dipartimenti di protezione civile – ha concluso Michele Orifici , Presidente della Commissione Protezione Civile del Consiglio Nazionale dei Geologi – allo scopo di formare delle professionalità che in situazioni di rischio idrogeologico possano intervenire con adeguata competenza, sia preventivamente sia nelle fasi emergenziali. In tal senso, ringraziando tra l’altro tutti i geologi che volontariamente stanno supportando le strutture di protezione civile, è stata ribadita la volontà di continuare con efficacia questa azione sinergica verso una diversa gestione del territorio.