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I Nectarines e le loro “Canzoni del Viaggiatore”

da Piero Vittoria

Backpacker songs” è il primo sorprendente disco della band abruzzese di cui esce in questi giorni il video di lancio per il singolo “55 Minutes”  

I Nectarines sono una delle più belle sorprese musicali del 2012: la band abruzzese fa decisamente centro con l’album di debutto “Backpacker songs”. Nove fresche tracce (più una reprise version di Backpackers): difficile etichettare un disco come questo, visti i tanti stili che ci sono dentro.

L’ascoltatore viene trasportato in un viaggio avvolgente che ha sapori diversi e contaminazioni in tutti i possibili aspetti del rock moderno, ma anche radici lontane nei sixties (a tratti si sentono anche vaghi echi alla Beach Boys). Si rimane immersi in un vortice di suoni,  una miscela di rock, punk, funk dal forte sapore tropicale che lascia a bocca aperta: “Backpacker songs” …. un titolo che fotografa al meglio lo spirito dell’intero lavoro (“Canzoni del viaggiatore”).

Si parte forte con Backpackers, per poi rockeggiare e folleggiare con 55 Minutes, di cui è uscito in questi giorni il video. Si cambia registro le estive ed esotiche Fanculo Beach e Blind. A colpire però sono soprattutto la splendida ballata On the way, il rockettone Not so good e l’avvolgente Borderlines.

Backpacker songs è un lavoro convincente in ogni suo episodio.

Il live è la situazione ideale per i Nectarines: oltre alle loro canzoni ripercorrono la storia del Rock da juke box in un carnevale di suoni colorati.

“Interazione tra elementi, esperienze di svariata natura, emotività, amore, passione per il casinò, classe”: così si legge sul facebook ufficiale della band ed è la giusta descrizione dell’atmosfera che la musica dei Nectarines regala.

Questa la nostra intervista con Fab (Chitarra, Voce) Angel (Basso, Voce) Cris (Drums).

Partiamo dalle origini: come nascono i Nectarines?

R – (Fab) “I Nectarines nascono nell’agosto 2011 quando incontro Angel Ciavatta in un bar di Vasto Marina dove stavo lavorando come Dj, il quale con aria spavalda mi chiede” Senti Mister, hai qualche progetto in testa che vorresti realizzare? No, perché io ci starei dentro alla grande”.

Ci ho pensato su un po’ finché la sua domanda mi ha illuminato: in effetti avevo buon materiale nel mio computer portatile, registrato ovunque, così guardandolo negli occhi ho deciso che era arrivata l’ora di tirarlo fuori”.

L’album è un concentrato di stili (io lo definirei quasi “Surf Rock”): ma se lo doveste definire voi con una parola?

R – (Angel) “Estivo, probabilmente lo definirei così, credo sia l’unica parola che possa in qualche modo etichettarci, considerando il variegato stile di suoni che abbiamo scelto per questo album e analizzando la linea comune che li definisce. Riflette gli ascolti diversi di ogni singolo componente della band, ovviamente la matrice è Rock. Tuttavia nella fase di registrazione abbiamo utilizzato alcuni amplificatori anni ‘70 Fender a valvole, il cui suono richiama quello di molte band surf, accostando quel tipo di sound ad amplificatori moderni, ci piace giocare con la musica”.

 (Cris) “C’è un pò di tutto, da alcune sonorità “esotiche” come ad esempio nella prima traccia Backpackers, o anche in Fanculo beach e Blind, c’è anche del Surf/Punk nel brano 55 Minutes, per poi passare ad una fantastica ballata On The Way che è la mia preferita. L’album chiude con due brani di puro rock. Tutto questo senza perdere la linea di sound che caratterizza questo lavoro. A mio avviso questo disco è una gran figata”.

Anche il titolo è curioso. Fabio, è indubbiamente un disco che risente delle tue tante esperienze in giro per il mondo: quale paese ti ha influenzato maggiormente a livello musicale e quanto di te in viaggio hai messo dentro queste canzoni?

R – (Fab) “Qualche anno fa ho visto un film che mi ha cambiato la vita, che si chiama “Into The Wild” scritto e diretto da quel gran bell’esemplare di uomo che è Sean Penn. Mi sono innamorato della filosofia di vita descritta così bene in quel film. Qualche settimana dopo ho così comprato un biglietto aereo per l’Australia e sono partito con solo uno zainetto. Sono rimasto lì per più di un anno viaggiando e facendo lavoretti saltuari. In quelle terre ho cercato di vivere più esperienze possibili, facendo i lavori più disparati: dalla raccolta degli agrumi a quella dell’insalata, lavorando come cameriere, manovale. Per un paio di mesi ho anche avuto una band gli “Easy Tigers” con i quali ho suonato nei posti più assurdi, abbiamo anche firmato un contratto con una agenzia tipo Mine Company Entertainment e mi sono ritrovato a suonare nel deserto per gli operai delle miniere. Pazzesco, indimenticabile. Alcune di queste esperienze sono raccontate nei brani dell’album “Backpacker Songs”, appunto “Canzoni Del Viaggiatore”. La traccia in levare di chitarra acustica nel brano Fanculo Beach, l’ho registrata a venti metri dall’Oceano Indiano a Scarborough Beach, ho caricato anche dei piccoli video su You Tube mentre lo facevo.

Immergiamoci nelle tracce del disco: a nostro giudizio le migliori sono Borderlines, On the way e Not so good: come nascono queste tre canzoni?

R – (Fab) “Borderlines racconta di quando ero nel Western Australia a raccogliere le arance e i pompelmi, io unico italiano e tutti gli altri ragazzi provenienti da paesi asiatici. Vivevamo in campagna inoltrata, la città più vicina era a 150 km di distanza, facevamo la spesa una volta a settimana e la sera l’unico suono che udivi era il frinire dei grilli, niente telefonini, niente internet. On The Way parla di quanto sia facile poter raggiungere la serenità conducendo uno stile di vita semplice e di quanto spesso dimentichiamo che sono i sentimenti sinceri a distinguerci dalle piante o dagli animali. Spesso tuttavia è meglio rimanere fermi sulle proprie scelte e coi piedi per terra per non essere fagocitato dalla frenesia della vita.

Not so good  è una canzone sulla crisi di coppia e su come può influire negativamente sulle persone e le cose che ti circondano, se fai caso durante lo special puoi udire la voce di un neonato che piange a 2’02”.

Avete girato un video appena uscito per 55 Minutes, altro brano di punta del disco. Di cosa si tratta precisamente? Dove è ambientato? È una storia basata sulla canzone nel video stesso?

R – (Angel) “E’ stato girato tra Abruzzo e Molise vicino casa nostra, e uscito da pochi giorni.

Il testo della canzone ha guidato la regista Jessica Ballerini nell’utilizzo dei vari personaggi, la canzone è uno spaccato della situazione italiana. Nel video trovate “L’Uomo Banana”, un avvocato,  ed altri personaggi che rappresentano in maniera molto ironica la pessima situazione in cui ci troviamo lungo lo stivale più bello e contraddittorio del mondo”.

Nectarines live: dove vi potremo vedere in concerto?

R – (Cris) “Ci sono un po’ di date, progetti da fare: abbiamo una data questa sera al Beatcafè di San Salvo Marina e due feste private, una domani e l’altra il 20 dicembre. Siamo anche in contatto per un breve tour di tre date in Toscana a gennaio. Una delle nostre ambizioni è anche quella di suonare all’estero tipo Inghilterra, Germania, Olanda, ma tutto questo verrà quasi certamente dopo l’uscita del prossimo lavoro in studio per il quale stiamo raccogliendo tante idee”.

Siete dunque già al lavoro su nuove canzoni, nel 2013 avete intenzione di pubblicare un altro lavoro: sarà musicalmente simile a questo o diverso?

R – (Cris) “Stiamo suonando tantissimo in studio e il tutto sta dando ottimi frutti. L’album sarà un tantino diverso rispetto a “Backpacker Songs”, parleremo, canteremo nella nostra lingua ed il sound sarà più crudo, cupo (ma non troppo) e decisamente rockeggiante. Stay (Con)Nectarines!”

Per info sui Nectarines: www.reverbnation.com/nectarines – www.facebook.it/nectarines.

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