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Idee per la ripartenza nell’incontro odierno “Fai bella l’Italia” a L’Aquila

da Redazione

locandina fai bella l'italia 2020

L’AQUILA – Si è svolto questa mattina all’Aquila l’evento “Fai Bella l’Italia”, organizzato dalla Fai, federazione agroalimentare e ambientale della Cisl, insieme alla propria Fondazione Fai Cisl Studi e Ricerche. Punto di partenza per le riflessioni, dedicate quest’anno al tema della ripartenza, il Manifesto di Assisi, sottoscritto dalla stessa Fai Cisl.

Ad aprire la mattinata, sono stati i saluti di Franco Pescara, segretario generale della Fai Cisl Abruzzo Molise, e Leo Malandra, segretario generale della Cisl Abruzzo Molise, che hanno tracciato un quadro sulle criticità ed eccellenze dell’agroalimentare abruzzese e sulle difficoltà della fase post-Covid. Nell’agricoltura regionale si è passati da 28 mila lavoratori del primo trimestre 2008 ai 13 mila del primo trimestre 2020, con un -44% rispetto al 2019 e -52% rispetto al 2008. Nella grande industria agroalimentare, invece, che rappresenta il 16,9% dell’industria manifatturiera abruzzese, si è avuto un incremento di fatturato e di export, ma purtroppo nelle 2302 aziende del settore, con oltre 10 mila addetti, è forte il fenomeno della frammentazione con oltre il 95% di aziende piccole, soprattutto a conduzione familiare.

A portare i saluti anche il Sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che tra le altre cose ha ricordato le criticità della strategia per le aree interne e ha sottolineato i contenuti principali della Carta dell’Aquila: “Abbiamo lavorato affinché L’Aquila diventi un modello nazionale per tutte le città medie, con tutti i suoi errori e buone pratiche, superando l’idea di ‘smart city’ per puntare piuttosto su territori intelligenti, capaci di offrire servizi e fare leva sulla formazione, l’innovazione, il turismo, la cultura”.

Mauro Febo, Assessore regionale alle attività produttive, ha invitato a lavorare uniti per superare le tante difficoltà del momento, legati a una ripartenza del turismo non ancora realizzata: “Più che una politica di sostegni serve una politica di incentivi. La ripresa reale non è ancora arrivata, ma siamo convinti di farcela: siamo la Regione dei Parchi e abbiamo tante bellezze, grandi potenzialità, per aiutare il Paese a ripartire”.

“La nostra classe dirigente – ha detto nella sua relazione il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota – è seduta già su un tesoro, su potenzialità inespresse, ma spesso non se ne accorge. Preferisce ad esempio parlare di Protezione Civile ogniqualvolta ci sia un evento calamitoso o legato al dissesto idrogeologico, ma non è quella la prevenzione. La prevenzione la fanno i lavoratori della bonifica, gli operai agricoli, e gli operai idraulico forestali, tra l’altro privati del proprio contratto nazionale da ben 8 anni”.

Proprio per questo Rota ha mostrato alla Ministra Bellanova, che è intervenuta in video collegamento, un piccolo pino in legno, scolpito da operai forestali, come provocazione per chiedere a tutti di impegnarsi a sostenere il rinnovo del contratto nazionale. “Non faremo mancare il nostro impegno”, ha garantito la Ministra, che nel suo intervento ha sottolineato che “non c’è sviluppo sostenibile senza agricoltura, e non ci può essere sostenibilità economica senza sostenibilità ambientale”.

“Il Governo – ha detto la Ministra Teresa Bellanova – ha ben presente gli obiettivi per rilanciare il sistema agricolo, agroalimentare, forestale, della pesca e dell’acquacoltura, lo abbiamo presentato nel masterplan ‘Progettiamo il rilancio’ dove impegniamo circa 4 miliardi di euro”.

Un riferimento è stato fatto dalla Ministra anche alla regolarizzazione dei braccianti irregolari, citata da Rota, e ha ribadito l’impegno a dare tutele e dignità agli ultimi, agli invisibili, sottolineando l’urgenza di dare massima informazione tra i potenziali aventi diritto.

Il Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha rilanciato l’idea che “gli obiettivi del sindacato non si contrappongono all’azione dell’impresa, anzi, le rappresentanze devono essere alleate in un percorso di valorizzazione del comparto agroalimentare”.

Durante la pandemia, 7 aziende su 10 operative erano del settore primario. “Si può, ora, costruire qualcosa di alternativo, dove dal confronto nascono le idee. Su questo siamo al fianco della Fai Cisl, le nostre radici sono le stesse, progettiamo un piano di sostenibilità dove il consumo di suolo e le infrastrutture siano~complementari”. “Sul tema dello spopolamento dei territori – ha concluso Prandini – si apre una stagione nella quale bisogna avere la forza di modificare la Legge 157 sulla fauna selvatica, per valorizzare le aree interne, e favorire il ritorno delle giovani generazioni in agricoltura, anche nelle zone più complesse, senza lasciare che i raccolti vadano distrutti”.

“La bellezza – ha detto invece Ermete Realacci, Presidente di Symbola, tra i promotori come Coldiretti del Manifesto di Assisi – non è una dimensione soltanto estetica ma un valore che unisce il buono e il giusto, non a caso compare numerose volte nella Laudato Sì”. Quanto ai borghi italiani, ha ricordato Realacci, “sono riconosciuti come luoghi che contengono il dna dell’umanità, per cui dobbiamo saper fare leva sulle nostre qualità, le nostre radici, e in questa fase dobbiamo saperlo fare valorizzando al massimo anche la grande quantità di risorse economiche messe a disposizione dall’Europa”.

Il Presidente di Terra Viva, Claudio Risso, ha lanciato la campagna “Buono, Giusto, Equo”, che promuoverà assieme alla Fai Cisl per redistribuire il valore del cibo in tutta la filiera: “Prodotto buono che include anche il concetto di sano e sicuro per le caratteristiche organolettiche, il rispetto dei disciplinari di produzione e dei trattamenti fitosanitari eseguiti; prezzo giusto, che deve prevedere una corretta remunerazione degli attori della filiera, unendo il prezzo di vendita alla qualità offerta; retribuzione equa per tutti i lavoratori che partecipano alla produzione in tutte le fasi della filiera”.

Padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, anche lui promotore del Manifesto di Assisi, ha ricordato il cammino portato avanti con tutti i firmatari nella consapevolezza di agire per un nuovo modello: “Non sono le filiere ad essere sporche, a sporcare le filiere sono imprenditori che non hanno una coscienza etica, e noi andiamo nel senso opposto, per prendere il bene che c’è nelle cose e usarlo come modello. Stiamo valorizzando quelle realtà che fanno un’economia sostenibile e che quindi fanno anche un ambiente sostenibile, è un circuito virtuoso e l’Italia ha bisogno di questo”. “Nel manifesto – ha concluso – diciamo ‘quando l’Italia fa l’Italia diventa l’Italia’, ed è vero: San Francesco diceva ‘io lavoro, voglio lavorare e voglio che gli altri lavorino’, di non arrendersi e andare avanti, non sono parole buttate al vento ma fanno parte della carne del nostro paese”.

Uno sguardo all’Europa è stato invece quello rivolto da Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, che ha ricordato come l’agroalimentare italiano abbia saputo continuare a produrre riscontrando il più basso numero di contagi sul lavoro, grazie anche alla sigla del protocollo per la sicurezza tra parti sociali e Governo. Parlando di ‘recovery fund’, Scordamaglia ha ricordato che “recuperiamo a malapena il 35 % dei finanziamenti che arrivano, quindi dobbiamo migliorare la produttività del sistema, la strategia da condividere tra parti sociali, dobbiamo ammodernare e orientarci verso una sostenibilità vera. Il commissario Frans Timmermans – ha aggiunto Scordamaglia – ha presentato la strategia ‘Farm to Fork’ dichiarando di vedere un futuro con produzioni di latte e carne senza stalle, ma non è questo il nostro modello, che invece vuole saper rendere le stalle sempre più sostenibili”.

A concludere, Valerio Rossi Albertini, ricercatore del CNR, ha sottolineato le connessioni tra la crisi pandemica e quella climatica: “Il salto di specie del virus Covid19 lo ha reso epidemico, e ciò è accaduto a causa di fenomeni come il disboscamento selvaggio e l’inquinamento: oltraggiare la natura – ha detto lo scienziato – comporta conseguenze negative imprevedibili per tutti noi”.

La giornata si è aperta con una performance dell’attrice Stefania Ventura, tratta dallo spettacolo “Gaia in veloce e scherzoso discorso al mondo”.

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