Il Fanciullo e la Strega: il 21 novembre a Pescara la presentazione del libro

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Un’occasione per ricordare l’editore Veniero L. de Giorgi, scomparso un anno fa

PESCARA – Venerdì 21 novembre alle ore 17, presso la Fondazione Pescarabruzzo, in corso Umberto a Pescara ci sarà la presentazione del libro Il Fanciullo e la Strega. A un anno dalla morte dell’editore Veniero L. de Giorgi la presentazione del libro sarà anche l’occasione per ricordarlo. All’interno del volume è presente un breve saggio di Veniero de Giorgi che è un invito al rigore nella ricostruzione della vita culturale regionale che l’autore rivolgeva sempre a chi aveva voglia di conoscere meglio, capire meglio e perciò amare meglio quell’Abruzzo che gli stava tanto a cuore.

Il corpo centrale del libro è il saggio psicanalitico di Lella Ravasi Belloccio: rilettura delle opere pittoriche di Michetti e della tragedia di d’Annunzio dal titolo appunto La Figlia di Jorio ed è un saggio che prima di tutto ne evidenzia un significato universale:

lo scacco in cui vivono ancora donne e uomini nel loro rapporto d’amore in questa nostra cultura occidentale.

In apertura della sua introduzione la Ravasi Bellocchio scrive

“La figlia di Jorio è uno dei più interessanti ritratti di donna che la creazione artistica ci ha consegnato: il mio interesse come donna, prima che come psicanalista, va a questa personificazione inquietante con cui ancora oggi ci confrontiamo”.

Mila è la strega, è Lilith, è il femminile istintivo che rimosso – dalla cultura patriarcale – diventa patologia. Ne nasce il vero dramma: la difficoltà di donne e uomini di amarsi, di stare nello stesso luogo. Alla vigilia della giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulla donna (25 novembre) per far rinascere Mila, forse sarebbe bene – prima di qualunque altra cosa – ripetere con più forza le parole che scriveva la filosofa femminista francese Luce Irigaray:

“La differenza sessuale rappresenta …. il problema che la nostra epoca ha da pensare. Ogni epoca – secondo Heidegger – ha una cosa da pensare . Una soltanto. La differenza sessuale probabilmente è quella del nostro tempo. La cosa del nostro tempo che, pensata, ci darebbe la salvezza“.

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