Presidente si è conclusa nel migliore dei modi, con il secco 3-0 contro Campli e la salvezza acquisita, una stagione molto difficile. Qual è il suo giudizio sul campionato del Teramo?
É stata una stagione complicata nata sotto i migliori auspici, con una squadra giovane, un nuovo coach ed un progetto importante. Gli errori fatti, la mancata coesione di alcuni elementi della squadra, l’inesperienza legata alla giovane età di alcuni giocatori e la sopravvalutazione delle nostre possibilità ci hanno fatto incorrere in un girone d’andata molto deficitario. Il girone di ritorno è stato sufficiente ma non ci ha permesso di salvarci senza evitare le forche caudine dei playout che però, alla fine, hanno dato un senso a questa sofferenza. É stato infatti bello giocare contro i cugini farnesi questa sorta di mini torneo che purtroppo ha visto il Campli retrocedere in C Gold. Si sapeva che sarebbe stata una serie fratricida ma questa è una conseguenza delle incongruenze e delle incapacità gestionali da parte della Lega e della Federazione, che ogni giorno ci sorprende per delle assurde invenzioni regolamentari.
Guardando il bicchiere mezzo pieno, alla fine l’epilogo è stato positivo con una salvezza importante.
Assolutamente si, festeggiamo il terzo anno di Serie B ed il conseguente quarto anno nella terza categoria nazionale, un patrimonio che la città di Teramo deve valorizzare e comprendere. Nulla dev’essere dato per scontato perché, in questa realtà cittadina e territoriale con poche risorse economiche e dove c’è una scarsa attenzione verso lo sport da parte della società civile, noi ci mettiamo in gioco quotidianamente e facciamo sforzi enormi per mantenere questa realtà. Naturalmente dobbiamo proiettarci verso un 2019/2020 con un atteggiamento diverso, più prudente, facendo tesoro delle difficoltà e degli errori fatti e dovendo necessariamente procedere ad un rafforzamento della società.
Ha qualche rimpianto per la stagione appena conclusa?
Avevamo l’ambizione di fare i playoff con una squadra molto giovane, quando abbiamo allestito il roster molti addetti ai lavori ci avevano fatto i complimenti poi però, si sa, non tutte le ciambelle escono col buco. Siamo stati lungimiranti ad inserire un Direttore Sportivo come Venanzio D’Alessio all’interno della nostra squadra; questo ci ha permesso di togliere alcune difficoltà sportive, di arricchire il roster, di modificarlo e ci ha permesso di giocarci la permanenza in Serie B. Ci sono stati anche alcuni fattori extra sportivi, vedi la partita in casa contro Chieti e la partita contro Ancona giocata sul neutro di Chieti, entrambe condizionate dalla scarsa qualità tecnica degli arbitri. Ci hanno fatto perdere delle partite, ci hanno dato tre giornate di squalifica mandandoci in esilio a Chieti e, non contenti, contro l’Ancona hanno fischiato un tre secondi offensivi mandando al supplementare un match che meritavamo di vincere. Ma questo appartiene al passato. Molte realtà, molto più ricche di noi, hanno fallito quest’anno (vedi le tante società scomparse) quindi alla fine ci riteniamo soddisfatti di aver mantenuto la categoria.
Parlando del futuro, quali sono i progetti per il Teramo Basket 1960 che verrà?
In primis va rinforzata la società e va arricchita la compagine sociale. Ci sono degli interessamenti da parte di alcuni imprenditori al nostro progetto sportivo ed è un segno positivo perché vuol dire che siamo attrattivi. Tutto questo condizionerà il futuro della società e, ovviamente, anche l’aspetto sportivo e della squadra. Tutti i discorsi fatti con le altre società collegate con noi, il settore giovanile e quant’altro in questo momento sono un po’ in stand by. La priorità va data all’assetto, all’ingresso di soci, imprenditori e nuovi presidenti. Il mio ruolo, l’ho sempre detto, è un ruolo di presidente pro tempore e non ho problemi a mettere a disposizione la mia carica verso l’assemblea dei soci. Personalmente ho dato tanto a questa società (tempo, investimenti, relazioni, sacrifici) insieme agli altri soci operativi che voglio ringraziare calorosamente: il Vicepresidente Antonello Lanzillotto, il Direttore Generale Giacomo Filippelli, l’imprenditore Marcozzi, il Direttore Sportivo Venanzio D’Alessio, Angelo Albi, Pino Di Giovanni, Bebè Martorelli, Sandro Piersanti e tutti quelli che ci hanno dato una mano.
Adesso siamo tutti in discussione e stiamo accelerando il discorso del rafforzamento della società, se dovrò fare un passo indietro lo farò, ben venga se questo gesto può portare ad un risultato più positivo ed affidare un futuro ancora più radioso. Non dobbiamo essere una meteora ma dobbiamo mantenere e consolidare questa categoria, tanti non credevano in noi e adesso si devono ricredere. C’è una base forte dalla quale ripartire (i 500 abbonati e l’attaccamento dei nostri tifosi che ci hanno sempre seguito) i progetti sono tanti (vedi il Palazzetto), le ambizioni sono immense perché se si vive senza ambizioni non c’è gusto ma non vogliamo fare il compitino e per non farlo bisognerà coinvolgere risorse economiche e nuovi imprenditori che possano darci una mano.
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