L’AQUILA – “Le oltre diecimila persone che sabato e domenica hanno voluto rivedere il Mammuthus meridionalis restaurato sono la miglior risposta che la città potesse dare al lavoro di recupero del patrimonio culturale cittadino che ci vede impegnati da diversi anni. Gli sguardi stupiti dei bambini, l’entusiasmo e la serena attesa di famiglie, giovani e anziani in coda lungo il fossato del Forte Spagnolo, il grande afflusso anche da fuori città, il clima di festa che ha contagiato tutti restituiscono l’immagine di una comunità capace di cogliere ogni buona occasione per riprendersi la sua memoria, la sua storia, i suoi luoghi identitari da troppo tempo sottratti alla vita e alla consuetudine di sempre.”
E’ quanto afferma Alessandra Vittorini, Soprintendente dell’Aquila e del cratere, all’indomani della entusiastica partecipazione cittadina all’apertura straordinaria del Forte spagnolo per rivedere finalmente il Mammuthus al termine del restauro, richiamando anche il quadro complessivo con i dati sulla ricostruzione già ampiamente diffusi nell’incontro pubblico “Lo Stato dell’Arte – Beni culturali all’Aquila” di venerdì 18 settembre.
“La ricostruzione del patrimonio culturale all’Aquila e nel cratere, che ha impegnato tutti gli istituti MIBACT abruzzesi, non si è mai interrotta, ma anzi trova ora nuovo impulso, anche a partire dagli importanti risultati che di giorno in giorno si svelano. Tutto ciò ci dà conferma dell’importanza del lavoro di recupero e restauro dei beni culturali, e importanti certezze per la prosecuzione di questo difficile cammino. Siamo certi che questa partecipazione e questo desiderio diffuso di condivisione dei luoghi simbolici della memoria collettiva continuerà a segnare tutte le prossime tappe della ricostruzione dei monumenti cittadini, all’Aquila e nei centri del cratere sismico. Un percorso che vede ad oggi oltre cento interventi di restauro avviati su monumenti e chiese appartenenti al patrimonio culturale pubblico, di cui circa una ventina completati (o in chiusura entro l’anno) e circa 120 aggregati con lavori avviati da tempo, di cui circa 35 conclusi o in via di conclusione, sul patrimonio culturale privato nel centro storico cittadino.”
Ampio, dunque, il lavoro svolto finora. E impegnativo il percorso da portare avanti. Ma si tratta di un contributo importante alla rinascita cittadina, che parte dai luoghi fisici per estendersi ai luoghi della memoria e dell’identità collettiva, e che si riempie di senso proprio alla luce dell’adesione ampia ed entusiasta del pubblico a questa “riapertura straordinaria”, che ha consentito a tutti di riavvicinarsi con emozione e stupore a uno dei simboli più cari della città.
“Un risultato – conclude la Vittorini – che dobbiamo anche all’impegno di tutto il personale degli Uffici MIBACT aquilani coinvolto nella ricostruzione, che quotidianamente – e con uno sforzo aggiuntivo in questi due giorni – opera per il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale. Anche a loro va oggi il nostro doveroso ringraziamento.”
IN 10.000 HANNO SALUTATO
IL RITORNO DEL MAMMUTH
L’AQUILA – Hanno atteso pazientemente sotto il sole o con la minaccia della pioggia, ma sono stati oltre 10.000 i visitatori che nel fine settimana appena trascorso, in un flusso composto e ininterrotto, hanno salutato al Forte Spagnolo dell’Aquila il Mammuthus meridionalis dopo il restauro.
Il prezioso scheletro, risalente ad un milione e trecentomila anni fa, tra i più completi e meglio conservati in Europa, è stato studiato, analizzato, smontato, restaurato in quasi due anni di lavoro, osso per osso, grazie alla donazione di € 600.000, 00 della Guardia di Finanza, tornando ora a mostrarsi in tutta la sua straordinaria imponenza nel Bastione est del Forte, trasformato per mesi in un vero e proprio laboratorio.
L’apertura straordinaria di quello che è ancora un cantiere, fortemente voluta dagli istituti regionali del Ministero dei Beni culturali, è stato l’appuntamento clou, imperdibile, delle Giornate Europee del Patrimonio in Abruzzo; ed il Mammuthus, già simbolo del territorio e della sua ricchezza, è diventato l’emblema del grande lavoro di recupero dei Beni culturali che si sta portando avanti sinergicamente, giorno dopo giorno, a L’Aquila e nel cratere sismico.
Un complesso e articolato lavoro, nei diversi ambiti, che ha impegnato tutti gli istituti abruzzesi e non si è mai interrotto, ma anzi trova ora nuovo impulso, anche attraverso i tangibili risultati che man mano vengono raggiunti.
E che si riempie di senso proprio nell’adesione entusiasta del pubblico ad iniziative come le Giornate Europee del Patrimonio, che hanno ottenuto un notevole consenso in tutta la Regione, con oltre trenta gli appuntamenti in programma, da Casa D’Annunzio a Pescara ai siti archeologici, dai musei fino all’indiscussa star, il Mammuth aquilano, che dal prossimo anno (dopo il risanamento e l’allestimento della sala) sarà definitivamente riconsegnato ai suoi appassionati e instancabili visitatori.