la zona del ritrovamento si inserisce in una più vasta area ricca di testimonianze archeologiche, si tratta infatti di un territorio limitrofo al fiume Vomano che proprio in epoca romana era navigabile e quindi rappresentava un naturale sfogo per il traffico delle merci e per il commercio. Non a caso negli anni 50 proprio nelle vicinanze dello svincolo di S. Petronilla furono rinvenute delle anfore che conserviamo presso la Villa Comunale
La Sovrintendenza per i Beni Archeologici d’Abruzzo lo ha stimato notevolmente degno d’interesse storico ed artistico e di conseguenza, ne è stato disposto il recupero con relativo restauro,come illustra l’assessore Flaviano De Vincentiis:
Abbiamo affidato l’opera di recupero e restauro del mosaico ad una ditta specializzata, la Gavioli di Montorio, che dopo una attenta fase di preparazione seguita costantemente dalla Soprintendenza di Chieti, ed in particolare dal Dott. Glauco Angeletti, sta procedendo alla rimozione dei manufatti rinvenuti che saranno restaurati con speciali tecniche conservative.
Strutturalmente il mosaico pavimentale è composto da tessere bianche di circa un centimetro che poggia su un pavimento in coccio. Per le dimensioni e la sistemazione delle tessere, il mosaico mostra notevoli affinità con quelli rinvenuti all’interno di Palazzo Melatino a Teramo.Vista la rilevante importanza del ritrovamento, l’Amministrazione comunale di Roseto si sta attivando per allestire una teca che permetterà ai visitatori di ammirare il mosaico, per il momento tutto il materiale rinvenuto sarà depositato nella Villa Comunale.
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